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Moto3, Quartararo, una vittoria senza età

Fabio vince il CEV e potrà correre subito nel Mondiale, Manzi invece dovrà aspettare


Quella di domenica è stata una giornata da incorniciare per la Francia a due ruote. A Doha ha festeggiato Sylvain Guintoli campione del mondo SBK (titolo che ai transalpini mancava dal 1990, con Raymond Roche), mentre a Portimao ha potuto acclamare Fabio Quartararo, che per il secondo anno consecutivo ha dominato la classe Moto3 del CEV.

Iniziamo subito col sottolineare che il giovanissimo francese si è strameritato il campionato, ha chiuso la partita con due gare di anticipo e ha vinto sette dei nove round fin qui disputati arrivando secondo nei rimanenti. Un campioncino il cui destino è segnato: debuttare il prossimo anno nel mondiale con lo squadrone Honda Estrella Gallicia.

Niente da dire sui contenuti, è invece la forma a lasciare interdetti. Già perché Fabio è veramente molto giovane e compirà 16 anni – età minima per correre nel Circus iridato – solo il 20 aprile del prossimo anno. Il che lo porterebbe a saltare i primi tre GP della stagione, ma grazie a una norma quanto mai tempestiva l’eventualità è scongiurata.

Il CEV, grazie alle tappe di Le Mans e Portimao, è considerato campionato internazionale e si corre sotto l’egida della Federazione Internazionale. In virtù di questo, al campione della classe Moto3 è concesso partecipare l’anno successivo al Mondiale senza sottostare ai limiti di età.

La legge è antipatica e non pensiamo certo che a Quartararo – che nella faccenda non c’entra nulla – servano certe scappatoie per dimostrare il proprio valore. Però si creano in questo modo dei precedenti, oltre a sancire di fatto la superiorità di un campionato nazionale (o presunto tale), sugli altri.

Un esempio? Il Team Italia ha scelto di fare correre nel 2015 Stefano Manzi con i suoi colori. Anche lui è giovanissimo e compirà 16 anni il 29 marzo, cioè la domenica della gara in Qatar. Per appena un giorno, dovrà saltare quindi il primo GP della stagione. Nulla di strano, accade qualcosa di simile a Jorge Lorenzo che scese in pista solo il sabato a Jerez nel 2002, aspettando lo scatto di età.

La nuova norma, però, rende questa attesa ben più antipatica. Approvandola si è sminuito il lavoro delle varie federazioni nazionali, considerando i loro campionati – e di conseguenza i piloti che vi corrono – come di serie B. Senza contare che Dorna dal 1998 è l’organizzatore del CEV, con un evidente conflitto di interessi quando si tratta di legiferare quindi su quel campionato.

La legge sarà quindi uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale.

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