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MotoGP, Phillip Island: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Il gabbiano Valentino spicca il volo. Finiscono a terra Marquez e Crtuchlow, erroraccio di Iannone

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Non sono solo i gabbiani a solcare il cielo di Phillip Island, c’è anche il buon vecchio Valentino che aspettava solo un’altra occasione per prendere il volo. Nove anni dopo, ha lo stesso sorriso e la stessa velocità. E dire che i rapaci spagnoli pensavano di farne un solo boccone, Marquez invece ha fatto la figura del fagiano e Lorenzo ha perso le piume per strada.

Anche i pettirossi di Borgo Panigale hanno abbandonato il circuito a testa bassa e lo sparviero inglese a festeggiare non guidava la rossa. C’è chi ha fatto peggio, come Iannone e Bradl che hanno scambiato la pista australiana per un autoscontro. Fra i pulcini della Moto3, invece, Miller ha spiccato nel cortile di casa.

IL BELLO – Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Vecchio spot per un pilota che di vecchio ha solo il documento di identità. Valentino Rossi naviga fra le ere motociclistiche come un galeone inaffondabile. Guai a darlo per perso, perché si fa solo brutta figura. Il ritratto disegnato a Phillip Island è quello di una Napoleone a due ruote tornato dall’esilio della sconfitta dopo 10 anni. E non è ancora finita.

Marc MarquezIL BRUTTO – Imbarazzante la scenetta recitata dai piloti della Moto3 in qualifica, che seguono Miller anche in corsia box come tanti lemming. E meno male che Jack non doveva andare in bagno. La Direzione Gara distribuisce punti di penalità a manciate, ma il sistema non sembra funzionare. Anche perché i giudici a volte prendono decisioni difficilmente comprensibili, come la multa di 500 euro ad Aleix Espargarò per avere provato la partenza fuori dalla zona consentita. Bastianini e Vazquez, per la stessa infrazione, sono stai puniti con un punto. Serve fare chiarezza e mostrare più forza.

IL CATTIVO – La Bridgestone sta a Phillip Island, come Gambadilegno a Topolino, ogni volta che si incontrano sono guai. Lo scorso anno era stato un disastro, con gomme in pezzi dopo pochi giri, ma anche nell’ultimo GP non è andata meglio. La gomma asimmetrica anteriore sembrava una bella idea, invece ha fatto più danni della grandine. Marquez, Crutchlow, Pol Espargarò a terra in gara, più tutti gli altri in prova. Tutto in nome della sicurezza… ma se poi si cade.

LA DELUSIONE – Dalle stelle alle stalle, senza passare dal via. La marcia trionfale di Cal Crutchlow si è spenta con una stecca all’ultimo accordo. La Rossa dell’inglese suonava alla perfezione e per una manciata di curve il sogno non si è realizzato. A salvare l’onore Dovizioso, chi va piano va sano e va lontano.

Jack MillerLA CONFERMA – MiniMarquez se vorrà il titolo in Moto3 se lo dovrà sudare. Miller ha spiegato il jolly roger nella pista di casa e si è fatto perdonare il pasticcio di Motegi. Bella anche la gara di Fenati, prima che Vazquez decidesse di spararlo in tribuna. Per Romano un podium… interruptus.

L’ERRORE – Serve un veloce reset e magari una seduta di meditazione trascendentale. Andrea Iannone ha sprecato un’occasione d’oro e per di più ha centrato come un missile Pedrosa. Il primo a essere dispiaciuto era lui e sarà la Direzione Gara a decidere – giovedì – quali sono le colpe. Un peccato veniale, il confessore capirà. Stesso discorso per Stefan Bradl, anche lui in versione kamikaze.

LA SORPRESA – Diamo a Bradley quel che è di Bradley, perché non abbiamo mai mancato di bacchettarlo in passato. Smith ha avuto una buona dose di fortuna, ma la prima regola del motociclismo dice che per arrivare in fondo non bisogna cadere. Smith si è goduto il suo podio, una vera sorpresa per lui che non si era nemmeno accorto di essere terzo.

IL SORPASSO – Un’ubriacatura in Moto3, con scambi di posizione continui da sembrare di essere su un ottovolante impazzito. Altra classe in MotoGP, con il testa a testa fra Rossi e Lorenzo. Così bello da desiderare che durasse fino al traguardo.

Alvaro BautistaLA CURIOSITA’ – Alvaro Bautista ha festeggiato il suo 200° Gran Premio in Australia. Per l’occasione non solo ha corso con un casco commemorativo, ma il numero 19 sulla carena della Honda aveva una grafica speciale: quella usata nel 2006 quando vinse il Mondiale in 125.

IO L’AVEVO DETTO – A me la gomma asimmetrica anteriore piace molto”, aveva affermato Marquez dopo averla provata. L’amore non è stato ricambiato.


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