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MotoGP, Pernat: Rossi non ha età, è il più grande

"La carta d'identità è un optional per lui, è il pilota più 'ideale' di tutti i tempi. Marquez deve stare attento"

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All’indomani della gara “thriller”, ricca di colpi di scena, della MotoGP a Phillip Island, Carlo Pernat analizza la scena come il più navigato dei detective. Il manager genovese ha raccolto indizi e tratto le sue conclusioni, offrendo il solito quadro cinico e dissacrante e stilando una lista dettagliata di innocenti e colpevoli. Al centro della sua lente c’è, ovviamente, Valentino Rossi.

“Parliamo innanzitutto di Valentino…stratosferico, incredibile, pazzesco. La carta d’identità è un optional per lui. Secondo me è il più grande di tutti i tempi, anche perché il livello odierno è molto alto. Possiede le caratteristiche di tutti. Ha qualcosa di Spencer, qualcosa di Roberts, qualcosa di Agostini, qualcosa di Doohan, qualcosa di Nieto, qualcosa di Lawson…Ha un pezzettino di tutti ed incarna il pilota ‘ideale’ di tutti i tempi. È incredibile vederlo a 35 anni, a questo livello, così allenato sia fisicamente che mentalmente”.

L’esperienza di Rossi, probabilmente, ha giocato un ruolo fondamentale.

“La gara è stata soprattutto determinata dalla scelta delle gomme. Qualcosa non ha funzionato, sono arrivati al traguardo 14 piloti su 23, poco più della metà. Ci sta un errore, ma sono quasi tutti caduti per colpa delle gomme. La Bridgestone ha lavorato dopo il disastro dello scorso anno, ma non ha risolto tutti i problemi. Ci sono state troppe cadute, quindi il GP è stato anomalo”.

L’epilogo è cosa nota.

“Lorenzo non l’ha azzeccata. Sembrava che lui e Marquez fossero più a posto, ma Valentino ha ribaltato la situazione, come al solito”.

Pernat non ha perso l’occasione di tirare le orecchie a Marquez. Secondo lui, Marc “deve stare attento, sta facendo cose al di là delle sue capacità, ed è già un fenomeno. Ma è caduto troppo, due volte nelle ultime tre gare. Un campione non cade così, e lui sta rischiando troppo. Se avesse una Ducati, non vincerebbe sicuramente un mondiale. Sarebbe spesso a terra”.

A completare la giornata “no” di Honda, anche Pedrosa e Bradl sono stati costretti al ritiro.

“Capisco che Pedrosa si lamenti perché lo hanno centrato, ma mi pare che sia sempre dove non si deve trovare. Era settimo o ottavo, una posizione che non gli compete. Dovrebbe darsi una svegliata. Poi bisognerebbe che si calmassero tutti i piloti. Ci sono stati troppi errori, come evidentemente quello di Bradl o Iannone, forse dovuto alla troppa foga”.

E per finire, una chiosa su Ducati, che con Crutchlow ha vanificato quello che sarebbe stato il secondo podio sull’asciutto dell’anno a poche curve dal termine.

“La Ducati è stata sfortunata. La caduta di Crutchlow all’ultimo giro, con quattro secondi di vantaggio, è fuori dal mondo. Probabilmente la gomma ha ceduto perché Cal aveva rallentato, ma nei box le facce erano abbastanza eloquenti. Alla fine ci azzecca sempre Dovizioso, che quando non è a posto sta lì e fa il suo. Alla fine si è beccato un bel quarto posto, ed è sempre più rappresentativo di una Ducati in crescita”.

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