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SBK, Melandri: in MotoGP? Solo per la “mia” Aprilia

"Ho voglia di costruirmi addosso una moto partendo dalla base, è una cosa che non ho mai fatto prima"


Se decidessi di tornare in MotoGP, perché lo faresti? A questa domanda, lo sguardo di Marco Melandri si arresta, fisso da qualche parte in lontananza, oltre il muretto della pit-lane di Jerez dov’è seduto, concentrato su un’immagine, un’idea che gli abita dentro.

“Sono disposto a lasciare la Superbike, ma per un programma serio di sviluppo – attacca il ravennate – Ho voglia di costruirmi addosso una moto partendo dalla base, è una cosa che non ho mai fatto prima. Ho fiducia nelle mia sensibilità, le richieste tecniche che ho fatto in passato hanno sempre aiutato anche i miei compagni di squadra. Soprattutto, so quanta voglia ho dentro, e quanto impegno sono disposto a metterci”.

Una piccola pausa, come per fare mente locale ed essere sicuri di dare una risposta giusta, sincera, poi la conferma: “Sì, sarei disposto a sacrificare un anno, perché comunque Aprilia deve partire da zero al contrario della concorrenza e probabilmente ci sarà da soffrire. Credo nelle capacità tecniche della Casa, e poi nel 2016 ci saranno cambiamenti importanti, con l’avvento del software unico ed il cambio del fornitore delle gomme. Honda e Yamaha resteranno le moto da battere, ma è una buona opportunità”.

Il tempo non gioca a favore di Melandri, ma d’altro canto è indiscutibile che la carriera dei piloti sia più longeva che in passato, come dimostrano i risultati di Valentino Rossi. “Più che altro, credo che i piloti una volta facessero una vita più sregolata – spiega – Ora stiamo tutti più attenti. Ma il fatto che un pilota più vecchio di me possa ancora correre al vertice in MotoGP serve forse ad altri. So comunque dove posso arrivare”.

Restano diversi nodi da sciogliere, tecnici ed economici, ma l’istinto dell’ex-iridato nella 250 e vice-campione in MotoGP sembra portarlo dove tutto è cominciato.

“Il regolamento Superbike di fatto va contro di noi – ha aggiunto – Credo che abbia spinto Aprilia ad anticipare i tempi con il progetto MotoGP. L’anno prossimo ci saranno molte meno possibilità di intervento…”

Tornando al presente, pur non essendo praticamente in lotta per il titolo, Melandri ha espresso una certa perplessità sulla cancellazione del round sudafricano.

“Per me cambia poco, e la mia motivazione resta sempre la stessa, ma non è bello che un round salti a 3-4 gare dalla fine. Mi sembra un po’ una cosa improvvisata, non da mondiale, servirebbe un approccio diverso. Capisco le difficoltà, ma si poteva recuperare. Avevo proposto di correre tre gare anche qui, togliendo la FP3 e determinando Q1 e Q2 con due turni di cronometrate. L’unanimità di consensi era impossibile da raggiungere, serviva più decisione”.

Il bilancio sul campionato? “Sono contento del lavoro svolto, perché mi sono sempre impegnato al massimo, ma deluso dalla prima parte di stagione dal punto di vista dei risultati. C’è voluto del tempo per amalgamare moto, pilota e squadra, ma comunque ci siamo riusciti”.

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