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MotoGP, Gresini: è vero potrei lasciare la Honda

"Non andrò a Silverstone per rispondere ad un ultimatum, ma è vero sono vicino ad Aprilia"

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"Non è una decisione facile. Non dipende solo da me".

Dopo tanto disquisire attorno alla possibilità che il team di Fausto Gresini passi armi e bagagli all'Aprilia, ecco finalmente l'ex iridato parlare in prima persona. Ed ammettere che, sì, è ad un passo dal lasciare la Honda.

L'indiscrezione era affiorata per la prima volta ad Indianapolis. Poco più di una chiacchiera di cui vi avevamo parlato nella GPOnecar, poi la conferma nella puntata successiva da parte di Carlo Pernat.

Ora i tempi sono quasi maturi per il grande passo.

Non tutto può essere detto in questo momento, né magari in futuro. Un rapporto lungo 18 anni non si esaurisce semplicemente con un divorzio. Perché se oggi il rapporto fra la casa giapponese ed il manager imolese attraversa un momento di crisi, c'è stato un tempo in cui le due parti erano vicinissime. Al punto che nella sede della Gresini Racing c'è un ufficio dedicato ai membri dell'HRC, con tanto di serigrafia sulla porta a vetro smerigliato.

"Sì, è vero che in questo momento sono più vicino all'Aprilia che alla Honda. E' la verità - ammette Gresini - ma la decisione, non semplice, non dipende interamente da me. Devo attendere ciò che dirà Colaninno".

Roberto Colaninno, per chi non lo sapesse, è il Presidente e AD della Piaggio, nonché Presidente di Alitalia di cui AD è Gabriele Del Torchio, ex Ducati.

La faccenda, dunque, è ormai nelle mani dei vertici dell'Azienda di Pontedera che arriva in MotoGP per restare.

"Sto affrontando questo momento difficile a testa alta - riprende a parlare l'ex iridato - ho sempre ottemperato a tutti gli obblighi presi con Honda, raggiungendo con loro traguardi importanti. Stiamo parlando del futuro di Gresini Racing. Anche se potrei anche decidere di restare a casa!"

Ciò sicuramente non accadrà. E' una battuta, quella di Fausto, che non nasconde la delusione che oggi come sentimento ha preso il posto dei momenti di gloria: il titolo iridato in 250 con Daijiro Katoh nel 2001, quello con Toni Elias in Moto2 nel 2010, ma anche i secondi posti in MotoGP con Sete Gibernau (2003, 2004) e con Marco Melandri (2005).

Anche l'ultima vittoria in MotoGP di un pilota di un team satellite - 2006 in Portogallo - è di un suo pilota, Toni Elias.

"Non andrò a Silverstone per rispondere ad un ultimatum della Honda - spiega Fausto Gresini - quanto piuttosto per sapere da loro cosa hanno intenzione di fare. Il rapporto non è a senso unico…sono stato aiutato, nel passato, ma ho anche aiutato. Ho fatto la mia parte. Il problema è che non possiamo pensare di andare avanti con un sistema in cui le moto costano di più anno dopo anno".

E' qui il fulcro del problema: il costo. Un team satellite Honda con due piloti, uno con moto Factory ed il secondo con la Open, deve mettere sul piatto un budget di circa 9 milioni di Euro.

"Teoricamente c'è chi potrebbe prendere il posto della mia squadra. Teoricamente - sottolinea Gresini - perché poi questa squadra bisogna anche trovarla. Fra le parole ed i fatti c'è differenza. E senza il mio team la Honda diventerà un po' più debole…dello 0,1 magari, ma è così".

Si parla del team Marc VDS, attualmente in Moto2 con Rabat e Kallio. Michael Bartholemy è anche il manager di Scott Redding e potrebbe rilevare così la quarta RCV213V usata oggi da Bautista. Il dado, comunque, non è ancora stato tratto. Ma è evidente che il rapporto sotto la vernice di un team sempre al top sotto il punto di vista dell'immagine un po' di ruggine la ha fatta.

"Le CRT sono state l'evidenza della guerra che c'è stata fra la Dorna e le Case costruttrici. Un male necessario prima della promessa della Honda di mettere in pista la RCV1000R, la loro Open. La promessa era quella di essere a tre decimi dalle moto ufficiali, ma la realtà è che siamo ad un secondo e mezzo, visto che mezzo secondo lo prende solo in rettilineo. E' vero: nel 2015 arriveranno le valvole pneumatiche, ma ad un prezzo. Praticamente ognuno dei cinque motori costerà 200.000 Euro. E se quello attuale, con le valvole a molla, era di proprietà, nel 2015 si tratterà di un leasing! La Yamaha è stata più brava…o più furba, perché hanno adottato con i clienti questo sistema fin dall'inizio con il risultato di una maggiore competitività. La Honda ha preso una fregatura, ma alla fine chi ci ha rimesso sono stati i suoi team satellite".

Ecco dunque che l'alternativa, gettarsi nell'avventura con Aprilia, rappresenta un grande stimolo. Peraltro troverebbe due suoi piloti: Alvaro Bautista e Marco Melandri. Anche se quest'ultimo non ha ancora firmato con la casa veneta e sta definendo le basi economiche dell'accordo.

"Legarsi ad una casa. Il primo anno sarebbe dura, certo, ma in campo metteremo tutta la nostra esperienza, penso che sarebbe un bel supporto per Romano Albesiano".

Non lo dice, Gresini, ma in fondo alle sue parole si sente la delusione per essere stato sostituito , nel cuore della Honda, dal team LCR di Lucio Cecchinello.

"Sono capace di leggere i nomi degli sponsor sulle carenature - è il suo unico commento - e non sono stupido".

Come nel caso delle coppie con figli l'eventuale interruzione del rapporto con la Honda lascerà aperti due problemi.

Il primo è il contratto biennale che lega Gresini all'HRC per l'acquisto della RCV1000R attualmente usata da Scott Redding, i cui costi di gestione erano stati spalmati su due stagioni, il secondo è la gestione di Enea Bastianini, un giovanissimo pilota che interessa molto alla Honda.

Nell'incontro che si terrà a Silverstone fra Shuhei Nakamoto, Livio Suppo e Fausto Gresini, si parlerà anche di questo.

 

 



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