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MotoGP, Honda conferma l'ultimatum a Gresini

A Silverstone la decisione. Suppo: "aspettiamo una risposta, per rispetto non abbiamo pensato a un piano B"

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Se il mercato piloti non ha riservato grossi colpi di scena, nell’ultima parte di estate ci ha pensato quello delle squadra a tenere banco. O almeno quello di una squadra. Fausto Gresini, infatti, sta prendendo in queste ore una decisione tra rimanere con la Honda, con cui è legato da quasi vent’anni, o passare all’Aprilia che tornerà il prossimo anno in MotoGP.

La Casa giapponese garantirebbe risultati migliori ma a un costo maggiore, quella italiana sarebbe l’inizio di una nuova avventura e la squadra sarebbe direttamente legata all’azienda. “Noi siamo in attesa di una sua risposta – spiega Livio Suppo, team principal di Honda – Sarei molto contento se Fausto trovasse una soluzione e continuasse la sua collaborazione con noi. Abbiamo posticipato il termine a Silverstone e confermo che questo fine settimana ci sarà un incontro per prendere una decisione”.

Se Gresini desse l’addio, rimarrebbero una moto Factory e una Open libere e si fa sempre più il nome di Marc VDS per subentrare. “Per rispetto verso Fausto e la sua lunga storia con noi non abbiamo preso contatti con nessun altro – sottolinea il manager torinese – Non abbiamo un piano B, se così vogliamo chiamarlo. Quando sapremo la sua scelta ci muoveremo di conseguenza. Schierare quattro moto Factory è l’ultimo dei problemi in questo momento”.

Un punto chiave nella decisione di Gresini è il costo alto di leasing e gestione delle moto giapponesi. E in tempi di crisi, trovare il budget necessario non è così semplice. “E’ vero che le moto sono costose, anche se non quanto le cifre che si sentono in giro – continua Suppo – ma dall’altra parte sono le squadre a volere moto competitive e stiamo pur sempre parlando di prototipi. È un cane che si morde la coda, se si vogliono moto veloci, e quelle che diamo ai team satellite sono praticamente identiche alle ufficiali elettronica inclusa, il costo è quello. Poi la vera differenza la fanno i piloti. Basta dare uno sguardo alle gare degli ultimi anni, nessuno che non si chiami Rossi, Stoner, Pedrosa, Lorenzo o Marquez ha mai vinto, solo Dovizioso e Spies ci sono riusciti una volta”.

Quello che ipotizza il team principal, è una revisione del business plan e degli obiettivi dei team cosiddetti privati. “Quando si gareggia contro le Case ufficiali è quasi impossibile vincere – spiega – La loro missione dovrebbe essere quella di scoprire e fare crescere i giovani piloti. È un discorso ampio, che esula dalla questione Gresini, ma comunque interessante da fare per il futuro della MotoGP”.

Per ora, bisognerà accontentarsi di conoscere di sapere il futuro del team Gresini. E la risposta è molto vicina.

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