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MotoGP, Brno: pole di Marquez, Ducati in scia

Nona pole position di Marc con Dovizioso e Iannone ad un decimo. Pedrosa 5º davanti a Lorenzo e Rossi

Brno, teoricamente, è una pista favorevole a Yamaha. La pratica ha però incoronato Marc Marquez e, più sorprendentemente, le Ducati di Andrea Dovizioso e Andrea Iannone. Il campione in carica e grande favorito per il bis iridato ha infatti colto la nona pole position stagionale con un tempo di 1’55.585. I due italiani però hanno risposto colpo su colpo con gomma morbida al posteriore, mancando il colpaccio per un solo decimo. E se Iannone lo ha fatto marcando stretto Marquez, Dovizioso ha di fatto cavalcato in solitudine. Segno che il nuovo motore e carena, per quanto possibile, hanno aiutato a ridurre il gap. Per gli amanti delle statistiche, era dal GP di Valencia nel 2006 che Ducati non piazzava due moto in prima fila.

La competizione, in ogni caso, è stata particolarmente serrata: le prime tre file sono racchiuse in altrettanti decimi. I grandi delusi restano comunque Jorge Lorenzo (+0.230) e Valentino Rossi (+0.236, con escoriazione al mignolo sinistro riportata durante la FP4), sesto e settimo rispettivamente, preceduti dalla M1 ufficiale di Bradley Smith (ottimo quarto), ma anche Dani Pedrosa, quinto (+0.227) dopo essere stato protagonista durante le libere. Le dichiarazioni dal parco chiuso:

Marquez: “Oggi fare la pole è stato più difficile del solito. Mi aspettavo di più da Pedrosa, che comunque credo sarà il più forte domani, e poi Iannone mi ha preso la scia e ho dovuto dare qualcosa in più per fare il tempo”.

Dovizioso: “A Indy ho fatto un gran giro ma dietro a Marquez, qua avevo davanti Valentino ma era più distante. Stiamo migliorando la velocità sul giro, anche se sul passo sarà difficile mantenersi su questi tempi. Domani sarà una gara difficile, ma ci stiamo avvicinando e francamente non me lo aspettavo”.

Iannone: “Oggi siamo partiti meglio fin dal mattino. Sono contento, ma per domani mi serve qualche decimo in più di passo per stare con Dovizioso”.

Q1 – Avendo mancato l’accesso diretto per un solo millesimo, Bradl è il candidato principale per il passaggio al turno decisivo. Il teutonico sigla un 1’57.188 al primo giro lanciato, un tempo superiore ai suoi migliori riferimenti, tanto che Hernandez lo scavalca abbastanza agilmente in 1’56.849. I primi esclusi sono Redding e Bautista, staccati di oltre un secondo, passati poi da Pirro che si porta a mezzo secondo dal compagno di marca. Prima del consueto cambio gomme, Bradl sigla però un 1’56.722 che lo rimette in prima posizione provvisoria.

Al rientro in pista, Bradl decide di risparmiare la gomma e non segna alcun passaggio lanciato. Sono le Ducati di Hernandez e Pirro ad accendere caschi rossi, ma le posizioni al vertice rimangono invariate. Passano Bradl e Hernandez, seguono Pirro, Bautista, Redding, Aoyama, Abraham, Camier, Petrucci, De Angelis, Barbera, Laverty, Parkes e Di Meglio.

Q2 – Lorenzo esce dalla pit-lane con il proverbiale coltello tra i denti, passando sul traguardo in 1’56.318. Marquez, tuttavia, ha altri propositi: con 1’55.760 si porta in vetta davanti a Pedrosa ed Aleix Espargaró. Dovizioso è quarto a mezzo secondo davanti a Iannone, mentre Rossi invece gira sopra 1’57 ed è provvisoriamente decimo.

Al terzo giro, Lorenzo non ritocca i propri riferimenti e rimane sesto, e la pole sembra un affare a due tra Marquez e Pedrosa, gli unici sotto 1’56, separati da un decimo e mezzo. Il leader in classifica è tra i primi a rientrare in pista dopo il cambio gomme insieme a Iannone, e i due girano ancora una volta in tandem con il ducatista in cerca dei riferimenti. La scelta è quella giusta, con Iannone che si porta in prima posizione davanti a Marquez per 3 millesimi.

Il pilota di Cervera riesce però a liberarsi dalla marcatura a uomo e ritocca il tempo a 1’55.585. Nel frattempo Dovizioso si porta al secondo posto (+0.129) davanti a Iannone e Smith. Pedrosa è soltanto quinto davanti a Lorenzo, che strappa a Rossi la seconda fila sotto la bandiera a scacchi. Ottavo Bradl davanti a Pol e Aleix Espargaró, poi Crutchlow e Hernandez.

 


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