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MotoGP, Lorenzo-Yamaha: contratto al rallentatore

L'ufficializzazione dell'accordo, raggiunto tre settimane fa, posposto per motivi di marketing

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Non è che non ci dormissimo la notte, per l'ufficializzazione di Jorge Lorenzo con Yamaha, ma una cosa dobbiamo dirla, per non far fare la figura a Jorge di quello che l'ha tirata alla lunga per non si sa quale motivo.

La realtà è che l'accordo fra il maiorchino e la Yamaha è stato firmato tre settimane fa, dunque nel periodo del Sachsenring.

La decisione di non renderlo ufficiale è stata solo una operazione di marketing, della quale Lin Jarvis peraltro si è anche vantato (con amici ovviamente), scherzando sul fatto che così ha potuto passare le vacanze estive con tranquillità.

Ecco, di questo motociclismo fatto di comunicati riscaldati al microonde sinceramente faremmo volentieri a meno.

Rimpiangiamo i tempi in cui quando le cose si facevano, si dicevano. Del resto la Yamaha in questo momento di fatti può farne pochi, così si consola diluendo le scarse occasioni di comunicazione.

L'impressione, peraltro, è che alla stampa le firme importino poco, sarebbe più importante avere qualche dettaglio in più.

Da quanto detto da Valentino Rossi potremmo dedurre che Jorge ha ancora un ingaggio più elevato del nove volte campione del mondo, così come da alcuni altri dettagli che il biennale di Lorenzo non è proprio così blindato.

Ecco, questi potrebbero essere dati interessanti su cui far scrivere i giornali che si interessano sempre di meno di motociclismo.

Del resto - lo ha recentemente dimostrato la Ducati - ad entrambe le parti in causa può convenire liberarsi da un contratto. E quel che succede dopo fa tornare la MotoGP nei titoli di apertura.

Infatti se è vero che Cal non vedeva l'ora di scendere dalla GP14 per salire sulla Honda RC213V, è altresì innegabile che in quel di Borgo Panigale non speravano ormai più di liberarsi di un pilota che ha fatto poco (pochissimo) e in compenso non ha perso l'occasione per criticare.

Ma questo ovviamente non si può dire. Come non si può dire che il contatto che ha liberato Crutchlow lo ha fatto, guarda caso, Livio Suppo per la Honda. Del resto se non conosce i vertici della Ducati lui…

Questo è il motivo per il quale Cal, in conferenza stampa, ha risposto in modo abbastanza brutale ad un collega rifiutando di chiarire la situazione. Libero di farlo, ovviamente, E liberi noi di non credere a quanto da lui affermato in due interviste ad altrettanti settimanali.

Dunque, cari amici team manager (e un po' anche ai piloti), un po' di serietà in più perché le bugie, come ci dicevano a scuola, hanno sempre le gambe corte. E per rimanere in tema di proverbi…il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.

Nell'era in cui sui campi di calcio ci si copre la bocca per evitare di leggere il labiale, bisogna anche fare attenzione a come si comunicano le notizie. Un byte è una sequenza di bit…e c'è sempre il rischio che qualcosa sfugga.

 

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