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MotoGP, Suzuki, l'elettronica è la priorità

Conclusi i test a Barcellona, De Puniet ha messo sotto torchio nuovi software, motore e telaio

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Dopo la Malesia, il Texas, l’Argentina, il Giappone e l’Australia, Suzuki è tornata in Europa per proseguire lo sviluppo della sua MotoGP. La squadra si è fermata a Barcellona per tre giorni, da lunedì (quando ha partecipato ai test collettivi Irta) fino a mercoledì. Le novità da provare erano tante, a partire da un nuovo motore, iniezione elettronica e modifiche al telaio. A sobbarcarsi la maggior parte del lavoro è stato De Puniet (che ha completato ben 200 giri), affiancato dal collaudatore Takuya Tsuda (103 giri).

Non è stato un periodo molto facile, dopo Sepang siamo stati molto sfortunati e negli altri test abbiamo sempre trovato la pioggia – ricorda Randy De PunietE’ stato importante essere qui in pista con gli altri piloti per vedere il nostro potenziale e dobbiamo continuare a lavorare sull’elettronica per migliorare le nostre prestazioni. Ho provato diverso materiale, mappe elettroniche, un nuovo motore e anche un telaio. Con alcune soluzione avevo soluzioni migliori e abbiamo trovato la direzione da seguire. Abbiamo ancora molti giorni in cui provare quest’anno e tempo per altri sviluppi”.

Il team manager Davide Brivio fa il punto della situazione: “si pensa che in tre giorni di test si possa fare molto lavoro ma alla fine il tempo non è mai abbastanza, specialmente per noi che siamo in una fase di sviluppo. Randy voleva provare ogni cosa ma non avremmo avuto la possibilità di trovare nuove informazioni veramente utili per fare il prossimo passo avanti. Abbiamo anche chiesto un aiuto a Takuya Tsuda che si è concentrato sull’elettronica. In generale, gli ingegneri sono felici delle informazioni raccolte, che indicano una buona direzione per lo sviluppo. È importante avere acquisito queste informazioni ora, così avremo tempo per lavorare in vista dei prossimi test”.

Satoru Terada, MotoGP Director e Project Leader, aggiunge: “abbiamo fatto un duro lavoro, senza preoccuparci dei tempi sul giro ma provando molte soluzioni differenti per garantire informazioni ai nostri ingegneri. Ora ci è più chiaro come lavorare per il futuro. Dal punto di vista elettronico abbiamo raccolto dati molto importanti e possiamo tornare in Giappone per continuarne lo sviluppo”.

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