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MotoGP, Marquez: Rossi al Mugello tornerà giovane

"Impressionano più i suoi risultati che le 300 gare". Lorenzo: "Sono più competitivo di quanto sembra"

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Il Mugello evoca ricordi dolceamari per Marc Marquez. Sulla pista toscana, l'enfant prodige della MotoGP ha vinto la sua prima gara nel mondiale in 125 (nel 2010), ma anche realizzato la sua unica caduta in gara nel 2013, alla quale va aggiunto uno spaventoso incidente in prova in rettilineo ad oltre 300 all'ora che gli ha procurato solo qualche graffio ma poteva avere conseguenze ben più gravi.

"Mi ha sicuramente influenzato lo scorso anno, in una delle mie gare più difficili in classe regina, perché è uno di quei voli che non dimentichi, ma non farà alcuna differenza questo fine settimana – ha analizzato il leader in classifica – Non ho paura ma rispetto per questa pista. Il Mugello è tecnico e veloce, non ti lascia margine di errore, nemmeno sulla messa a punto. Ma dovremmo lottare per la vittoria o almeno per il podio".

La striscia vincente, in Francia, è stata estesa a cinque gare consecutive. I punti di vantaggio su Pedrosa sono 42, uno in più su Rossi. Eppure, lo spagnolo tiene la guardia alta perché"verrà sicuramente il giorno in cui non potrò vincere, e allora sarà importante restare calmi e portare a casa quanti più punti possibile per il campionato. Può ancora succedere di tutto, lo scorso anno in cinque gare passai da 32 punti da recuperare dal primo a 38 di vantaggio".

Grazie alle sue imprese sportive, Marquez sta conquistandosi spazi sempre più grandi nei cuori degli appassionati, ma l'idolo tra le colline toscane rimane Valentino Rossi, che al Mugello ha vinto in nove occasioni (sette delle quali consecutive).

"Molti tifosi qui sosterranno Valentino. Credo che il 90% degli spalti sarà colorato di giallo. Vorrei arrivarci io a 300 gran premi al suo livello. Non è tanto il numero di gare, ma come le ha fatte, ad impressionare. Ora viene da due secondi posti consecutivi, e credo che questa pista possa ringiovanirlo ulteriormente. Anche Lorenzo, che qui ha vinto negli ultimi tre anni, sarà in gran forma".

A proposito del maiorchino, che qui utilizzerà il primo casco di una serie speciale studiata con il nuovo sponsor a quattro ruote, la possibilità di utilizzare dischi freno maggiorati in ogni circuito è stata accolta con ottimismo.

"Non significa necessariamente che possiamo girare più forte, ma in passato mi hanno aiutato a sentirmi più a mio agio – ha detto il vice-campione su Yamaha – Ci danno un piccolo vantaggio in staccata, uno dei punti deboli della M1".

Detto questo, la rincorsa alla vetta (-80 punti dal connazionale Marquez) andrà presa con particolare slancio. Fin qui, Lorenzo è andato a podio solo in Argentina. Il record favorevole sul tracciato italiano, tuttavia, potrebbe rappresentare il punto di svolta a lungo atteso.

"Arriviamo qui in condizioni diverse rispetto allo scorso anno. Credo di essere più competitivo di quanto dicano i risultati conseguiti finora. Dovevo solo recuperare la forma fisica. A Le Mans ho sbagliato la partenza, e fatto una modifica nel WUP che poi si è rivelata sbagliata. Ora sono in perfetta forma e ottimista per la gara".

A tenere banco, ovviamente, è anche il gossip legato al mercato piloti. Con Marquez già accasato e Rossi vicino al rinnovo, sia Lorenzo che Pedrosa si guardano intorno. Visti i risultati, per entrambi al di sotto delle aspettative in un campionato fin qui dominato da Marquez, i due spagnoli non hanno particolarmente fretta di mettere firme a contratti. Meglio rilanciare le proprie quotazioni e prendere tempo nel tentativo di far crescere salari ed offerte tecniche.

"Non ho mai firmato in questo periodo dell'anno, e non vedo motivo di farlo ora – ha commentato Pedrosa, al quale si vocifera Honda abbia imposto una sostanziale riduzione dell'ingaggio, a 1.5 milioni a stagione – Le cifre di cui si parla non sono corrette. Il mio manager Alberto Puig sta parlando con Honda, ma per il momento non ci sono novità".

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