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MotoGP, Marquez: un buon giro, non ho già vinto

Lorenzo e Pedrosa puntano sul ritmo. Pol Espargarò: "il podio? un lavoro per i piloti ufficiali"

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Ha un bel da dire Marc Marquez che “una cosa è fare un giro secco avvicinandosi più vicino al limite, quando non lo si oltrepassa, e un altro una gara”. La sua pole position record e i sette decimi rifilati ad Espargarò sono l’ennesima dimostrazione di forza del campione spagnolo. “Quel tempo non me lo aspettavo, ieri faticato a sfruttare l’extra grip della gomma nel primo giro mentre oggi ci sono riuscito”, cerca di tenere un profilo basso. Però è costretto ad ammettere che “un distacco così grande in un pista così corta è un bel risultato”.

La gara potrebbe essere un’altra sfilata, anche se il piccolo diavolo individua in “Lorenzo, Rossi e Pedrosa i rivali più pericolosi. Non sono in prima fila ma partono subito dietro. Come sempre punto alla vittoria, ma saprò accontentarmi se non fosse possibile”.

Dani Pedrosa, vincitore lo scorso anno sul bagnato, non sembra altrettanto ottimista. “Marc ha fatto la differenza, poi siamo tutti molti vicini – spiega – Certo affrontarlo in questo momento non è semplice, ma ogni pilota reagisce in modo diverso. Io penso più alla mia progressione, quest’anno guido meglio, e sono concentrato su me stesso”.

Il suo problema a Le Mans sono le condizioni fisiche, dopo l’operazione all’avambraccio. “Non posso aggredire, sento i punti tirare – continua – Questo modo di guidare è un limite per le qualifiche ma il mio passo è buono, infatti non sono riuscito ad abbassare tanto la mia prestazione sul giro secco. Antidolorifici non li ho presi e non lo farò neppure in gara, servirebbero a poco”.

Pol EspargaròSe Atene piange, Sparta non ride. Il migliore in casa Yamaha è stato il debuttante Pol Espargarò che ha toccato il cielo con un dito. “Non mi ricordo quando sono stato così felice – le sue parole – Guardi i primi tre in TV e ti dici che un giorno, forse, sarai lì con loro. Ed è già successo. Ho fatto un gran bel giro ma so che il mio ritmo non è al livello di quello dei migliori”.

Lo spagnolo di Tech3 rimane con i piedi per terra: “il podio è un lavoro per i piloti ufficiali. Mentirei se dicessi che non ci proverò ma penso che ci vorrà ancora qualche gara per raggiungere quell’obiettivo”. Pol sta però imparando in fretta. “La MotoGP per un certo verso mi ricorda la Moto2: devi dare il 100% in ogni momento, altrimenti sei finito. Non è per nulla semplice”.

Lo sa bene Jorge Lorenzo, irriconoscibile dopo il sesto posto, lui mago del giro secco. “Speravo meglio, nella prima fila. Ma a volte non riesci a fare il giro perfetto, commetti qualche errore e questo è il risultato”. Il maiorchino però non vuole rinfoderare le armi prima di combattere. “Il mio ritmo è buono, non come era successo a Jerez – assicura – Sappiamo che Marquez in qualifica è molto forte, guida meglio ancora rispetto a un anno fa, ma il mio passo è simile al suo”.

Questa volta non dovrà sbagliare la partenza. “Su questa pista è una fase fondamentale, in Argentina ci sono riuscito quindi è possibile – continua – Il cambio seamless è stato modificato rispetto all’anno scorso e anche la frizione. Non ho un obiettivo in testa, solo fare del mio meglio”.

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