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MotoGP, Le Mans, pokerissimo da record di Marquez

Il pilota Honda centra la 5ª pole position consecutiva. 3° Dovizioso, 5° Rossi davanti a Lorenzo


La pista forse non gli piace come altre, ma Marc Marquez ha riservato il solito trattamento ai rivali della MotoGP durante le qualifiche a Le Mans, ovvero un dominio senza diritto di repliche. Altro giro, altro record: un 1'32.042 non gli è valso solo la quinta pole position in altrettante gare, ma ha polverizzato il best lap risalente al 2008 (di Dani Pedrosa, oggi solo nono) di 1'33.617.

Gli avversari sono dunque stati costretti ad osservarlo da lontano, giocandosi le posizioni restanti della prima fila. Secondo un ottimo Pol Espargaró (+0.692), alla miglior qualifica in classe regina davanti ad Andrea Dovizioso (+ 0.713). Apre la seconda fila Stefan Bradl (+0.804), davanti a Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Seguono Alvaro Bautista, Aleix Espargaró, lo stesso Pedrosa, e Bradley Smith. Solo undicesimo Andrea Iannone a causa di un "fuori pista" che ne ha cancellato il miglior tempo, mentre accorcia le distanze ma non recupera posizioni Cal Crutchlow, dodicesimo (+1.273). Le dichiarazioni dal parco chiuso:

Marc Marquez: "Sono contento della pole, ho fatto un giro non perfetto ma molto buono. Domani sarà diverso, perché Jorge, Valentino, e Dani hanno un buon passo".

Andrea Dovizioso: "Oggi pomeriggio eravamo messi di meglio che al mattino in confronto agli altri. Sarà dura perché davanti ci saranno i soliti, ma su questa siamo più vicini e sapevo di poter fare un buon giro. Ho fatto un piccolo errore all'ultima curva, ma la prima fila è un risultato favoloso".

Pol Espargaró: "Per me questo risultato è una vittoria. È soltanto un giro, ma almeno lo abbiamo potuto fare. Studieremo i dati per ripeterci domani.

Q2 – Lorenzo apre con 1'33.188, davanti a Rossi, più lento di due decimi. La risposta di Marquez non tarda arrivare: 1'32.567, che ritocca il record della pista (risalente al 2008, 1'32.647) al primo giro lanciato, al quale andranno poi aggiunti altri quattro giri in 1'32. Anche Lorenzo sotto 1'33, ma staccato di quattro decimi, con Iannone terzo a +0.535. Quarto Aleix Espargaró, davanti a Rossi, Crutchlow, Bradl e Dovizioso. Problemi iniziali per Pedrosa, dodicesimo a +1.134.

Al rientro con gomme fresche, Iannone si "aggancia" a Marquez. Una mossa apparentemente saggia, che lo porta ad accendere caschi gialli prima di finire lungo. Non sbaglia invece Marquez, che ferma il cronometro addirittura 1'32.042. Fa tutto da solo Dovizioso, che arriva al secondo posto (+0.713) davanti a Lorenzo, Rossi ed Aleix Espargaró. La lotta per l'ultimo posto disponibile in prima fila sembra un affare tra i due ufficiali Yamaha, con Rossi che si porta provvisoriamente davanti a Lorenzo prima di essere scavalcato da un sorprendente Pol Espargaró (2º) e Bradl (4º).

Tutto congelato sotto la bandiera a scacchi: quinta pole position in altrettante gare per Marquez, davanti a Pol Espargaró ed Andrea Dovizioso. Apre la seconda fila Bradl davanti a Rossi e Lorenzo, seguono Bautista, Aleix Espargaró, Pedrosa, Smith, Iannone (che ha pagato il taglio di pista con conseguente cancellazione del tempo) e Crutchlow.

Q1 – Aleix Espargaró apre le ostilità con un 1'33.632 con gomma extra-soft. La lotta per l'accesso alla Q2 sembra essere tra lo spagnolo e Cal Crutchlow, che sigla immediatamente il proprio miglior tempo del fine settimana con gomma morbida e arriva a 1'38.823. Subito dopo, Espargaró lima altri due decimi, con un 1'33.483. Più attardato Hiroshi Aoyama, terzo, a nove decimi davanti a Yonny Hernandez, Nicky Hayden, Scott Redding e Karel Abraham, tutti in rapida successione ad un secondo abbondante di ritardo.

Al rientro dopo il consueto stop, Hayden si porta a 36 millesimi da Crutchlow ma cede nei giri successivi. Hernandez e Redding restano quarto e quinto rispettivamente, staccati di cinque ed otto decimi. Scivola Barbera alla curva 11. Non rientrano nemmeno Espargaró e Crutchlow, saldamente in Q2 davanti appunto ad Hayden, Hernandez, Edwards, Redding, Aoyama, Abraham, Barbera, Parkes, Laverty e Di Meglio.

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