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MotoGP, Rossi: Marquez mi ricorda me nel 2001

"Il campionato non è finito ma per batterlo bisogna essere perfetti. Ora so come aiutare per migliorare la M1"

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Sinceramente un po’ mi ero stancato di vivere in aereo”, Valentino Rossi commenta con ironia il ritorno della MotoGP in Europa. Alla Spagna tocca l’onore di tenere a battesimo la nuova stagione e trovare un rivale per Marquez. “Qui Marc non ha mai vinto, forse non è una delle sue piste preferite e potrebbe avere difficoltà, ma non ci credo più di tanto – non si fa illusione – E’ lui l’uomo da battere e, rimanendo in casa Honda, anche Pedrosa qui è velocissimo. Preferisco pensare per me”.

Anche tu avevi vinto le prime tre gare della stagione, nel 2001.

Mi ricorda me in quella stagione, la mia seconda in 500. In un certo senso questo raffronto mi dà anche sensazioni positive. A un certo punto della stagione ho sbagliato, Biaggi era velocissimo e mi metteva molta pressione, magari anche Marc avrà gli stessi problemi (ride). Il campionato è lungo, questa gara conta relativamente: Marquez potrebbe vincerla e poi perdere tutte le altre”.

Tutti si chiedono quale sia il modo per batterlo.

Ha dominato le prime tre gare, al momento è il pilota più veloce. So che devo migliorare per stare con lui”.

Cosa ti è mancato negli ultimi GP?

La stagione era iniziata bene in Qatar, poi si sono messe la sfortuna e qualche problema di troppo. Ho raccolto meno di quanto avrei potuto, ero da podio”.

Hai detto che la Yamaha deve migliorare, in che modo?

Innanzitutto posso essere maggiormente d’aiuto per lo sviluppo della moto, conosco meglio la M1 e sono più veloce. La Yamaha è molto competitiva, il problema è la Honda. I punti su cui lavorare sono chiari, il principale è sfruttare meglio le gomme”.

Cosa ti aspetti da Jerez?

E’ un GP importante, l’anno scorso ero partito bene ma poi non ero riuscito a migliorare quanto gli altri e in gara avevo rimediato due o tre decimi a giro. Quest’anno però partiamo da una base migliore ma sono consapevole che bisognerà essere perfetti per stare con i tre spagnoli. Anche solo salire sul gradino più basso del podio significa batterne uno”.

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