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MotoGP, GP di Argentina: Marquez l'unico bersaglio

Lorenzo vuole la rivincita, Rossi dimenticare Austin, la Ducati continuare a sognare

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La MotoGP si prepara a fare i primi passi in Argentina, a Termas de Rio Hondo, circuito nuovo per tutti – esclusi quei pochi che vi hanno fatto un test lo scorso anno – ma non per questo significherà partire da zero. Le prime due gare della stagione e il loro bottino di punti sono servite a mettere in chiaro i valori in campo e per Marc Marquez sono state l’inizio della sua fuga. Non c’è dubbio, al momento, che sia lui l’uomo da battere e che non abbia nessuna intenzione di lasciare quel numero 1 che ha conquistato lo scorso anno.

MARQUEZ, ONE MAN SHOW – L’idea di potere vincere tutte le gare della stagione solletica anche lui e non è una semplice sbruffoneria. Semmai la consapevolezza della sua forza e della fiducia che ha nei suoi mezzi e in quelli della Honda. Il piccolo diavolo è tornato dal Texas con qualche cartuccia in più nel suo cinturone: il morale è alle stelle dopo una doppietta al pronti-via e ora vede i rivali già lontani in classifica. Ad usare una frase fatta, Marc sta facendo semplicemente un altro sport. Nessuno è ancora riuscito a impensierirlo veramente e non sente assolutamente la pressione di dovere difendere il titolo, anzi sono gli avversari a sbagliare. Termas de Rio Hondo è una pista nuova e lo scorso anno Marquez ha dimostrato di imparare in fretta.

Sulla carta potrebbe riuscire a dargli fastidio Dani Pedrosa, ma nei primi due GP al catalano è sempre mancato qualcosa. In Qatar ha assistito da lontano alla lotta con Rossi, ad Austin ha giocato il ruolo di gregario. La solita storia che si ripete a ogni stagione, nella speranza che Dani voglia prendere in mano la penna e riscriverla una volta per tutte.

Valentino Rossi e Andrea DoviziosoROSSI, YIN E YANG – Un altro che nell’America del Sud vorrà dimenticare ciò che è successo in quella del Nord è Rossi. Ad Austin poteva essere un podio, invece la delusione. A vedere il bicchiere mezzo pieno, Valentino è il migliore pilota Yamaha in classifica e lo è stato spesso e volentieri nei due weekend. In Texas avrebbe potuto limitare i danni, proverà a rifarsi in Argentina. Dei suoi progressi è già soddisfatto e guarda al ritorno in Europa con speranza, ma sa di non potere perdere troppo terreno se vuole continuare a sognare.

Il problema è – per lui come per gli altri – solo uno: Marc Marquez. In questo momento l’esperienza potrebbe essere un alleato prezioso. D’altra parte, però, il Dottore deve ancora crescere e lo sa. Rispetto al 2013 ha salito un gradino, ma la scala non è ancora finita. La prima prova sarà dimostrare di riuscire a imparare in fretta un nuovo circuito, come fanno i ragazzini terribili.

Jorge LorenzoLORENZO, IL GRANDE ASSENTE – Jorge in questa apertura di campionato peggio non poteva fare e i suoi 6 punti in classifica ne sono la dimostrazione. Due errori in due gare – il peggiore in Texas – sono il sintomo che qualcosa non va. Lorenzo ha passato gli ultimi giorni a mostrare sui social network immagini dei suoi allenamenti. Il maiorchino ha iniziato l’anno non in perfetta forma e anche la concentrazione ne ha risentito. Nervoso dai test invernali, Jorge non ha trovato tranquillità nei GP e on l’hanno aiutato tour promozionali che potevano essere – forse – evitati. ‘Mens sana in corpore sano’ dicevano i latini, proprio quello che è mancato. Serve un reset al sistema.

DUCATI, CONTINUARE A SOGNARE – Arrivare in un nuovo GP scendendo dal podio è una sensazione che a Borgo Panigale avevano quasi dimenticato. Dovizioso è entrato definitivamente nel cuore dei ducatisti e si è preso il primo premio di un lavoro duro e con poche soddisfazioni. Inutile cantare vittoria – è lui il primo a dirlo – la scalata è solo all’inizio, ma finalmente i sorrisi non sono solo più di facciata. In Argentina potrebbe succedere ancora una volta di tutto e Andrea sarà pronto ad approfittarne. Sarà però solo nel box, con Crutchlow convalescente. Ducati potrà contare su Iannone, ad Austin ha fatto la sua migliore gara da quando corre in MotoGP, un segnale in più della trasformazione della Desmosedici. La concorrenza non sta a guardare, ma i due Andrea hanno qualche carta da giocarsi.

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