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MotoGP, Stoner: le corse mi mancano, ma non abbastanza

"Ciò che mi manca davvero è la mia squadra con Ducati e Honda. Era una famiglia"

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La recente visita di Casey Stoner ad Austin ha riportato in auge un tormentone che dura da quando si è ritirato: torna o non torna? Una domanda senza risposta, per ora si possono solo fare congetture. Intanto l'ex-iridato con Ducati e Honda non perde mai l'occasione di mandare qualche sottile frecciata all'establishment del motomondiale…

"Non era il mio tipo di vita, non mi rappresentava e Montecarlo non mi piaceva nemmeno – ha dichiarato Stoner a Vogue, parlando della permanenza in Europa durante la stagione – Il mio sogno è sempre stato tornare a casa, perché è qui che mi sento bene. Mi piace vivere tanto all’aperto e in grandi spazi, fare motocross e andare in mountain bike".

La vita "down-under" non si addice forse a chiunque, ma il nativo di Southport ha per anni sentito la cosiddetta "homesickness", la mancanza di casa. Ed ora si gode il suo buen ritiro tra i paesaggi che tanto ama.

"Ho disfatto le valigie e guardo mia figlia crescere – dice – In Australia si è davvero lontani da tutto, con relativi pro e contro. Eppure quando ci sei non vuoi più andartene".

Un ipotetico dream-team (con potentiale rivalità esplosiva) insieme a Marc Marquez, quindi, rimane per ora sogno.

"Voglio passare ancora un po’ di tempo con la mia famiglia e guardare cosa il mondo può offrirmi fuori dal paddock della MotoGp. Certe cose, certe sensazioni che provavo quando correvo mi mancano, ma non sono  sufficienti per farmi venire la voglia di tornare. Ciò che mi manca davvero è il mio team di meccanici e ingegneri, quelli che mi hanno seguito dalla Ducati alla Honda: era una famiglia".

Una famiglia che è attualmente divisa tra il team ufficiale, il progetto Honda Open, la squadra di Okada, e la pensione. Solo il ritorno del figliol prodigo potrebbe, forse, riunire una delle compagini più rispettate del paddock…

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