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Moto3, Pernat: stiamo raccogliendo i primi frutti

"Il lavoro della FMI sta funzionando, non è una caso se abbiamo sette piloti in Moto3"

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L’Italia s’è desta, verrebbe da dire citando il nostro inno e guardando i risultati dei primi test ufficiali a Valencia. Dopo anni di dominio spagnolo, gli azzurri hanno ritrovato la strada per lottare tra i primi. È ancora presto per cantare vittoria, ma le buone notizie servono anche a dare morale a un movimento che negli ultimi anni sembrava essersi spento. “Stiamo raccogliendo i primi frutti di un lavoro iniziato negli anni scorsi”, dice Carlo Pernat, responsabile della comunicazione per il Team Italia.

Come mai questo risveglio?

Non lo dico perché sono di parte, la Federazione negli ultimi anni ha lavorato bene. Dopo un periodo di oscurantismo ha fatto una squadra che ha portato dei talenti nel Mondiale, per poi passarli ai team di riferimento, come è successo con Fenati e Bagnaia ora nella squadra di Valentino”.

Allora gli italiani sanno ancora andare in moto.

“I talenti ci sono sempre stati, ma dopo anni di buio la Federazione si è messa di buzzo buono, come si dice, e li ha fatti venire fuori. È questo il suo compito e il nostro progetto con il Team Italia consiste proprio nel portare due nuovi piloti ogni anno. Vogliamo fare un accordo con le squadre di Gresini e Valentino per ‘passargli’ i nostri piloti”.

A Valencia i nostri si sono messi in luce.

“E’ ancora presto, ma fa piacere vedere non solo un italiano, ma quattro nelle posizioni che contano. Questi risultati daranno una spinta anche alla base, ai giovanissimi che incominciano a correre. Vedranno che c’è una possibilità di fare carriera”.

E’ l’inizio di una nuova fase?

Penso che questa onda andrà a finire nelle prossime stagioni in Moto2 e poi avanti. Si è ricreato il lavoro che si faceva una decina di anni fa, anche se in modo diverso. A quei tempi c’era la Sport Production, perché le 125 avevano un mercato grandissimo, i concessionari portavano avanti i piloti, era un business. Ora siamo in un altro mondo, le cose sono cambiate, ma quest’anno la SP è tornata nel CIV”.

Il modello è diverso da quello spagnolo?

In Spagna il movimento è stato portato avanti dai grossi sponsor, in Italia dalla Federazione. L’importante è che il lavoro dia i suoi frutti e la gente se ne sta accorgendo”.

Quali sono gli obiettivi del team Italia?

Vogliamo mettere in luce i giovani piloti, non vincere. Poi se troveremo un fenomeno e ci riusciremo, meglio ancora. L’importante è dare una possibilità ai ragazzi e trovare loro un posto nei team di riferimento, come quello di Rossi e quello di Gresini, che per il loro impegno meritano una medaglia d’oro. Hanno strutture professionali, con tecnici di alto livello, dove i giovani possono imparare tanto”.

L’importante è iniziare.

Non è un caso se in Moto3 quest’anno ci sono 7 italiani, come non era un caso quando ce n’erano pochissimi. Abbiamo seminato e stanno spuntando i primi albero, io spero diventino una foresta. Come dicevo, i risultati fanno bene a tutto il movimento. Il coronamento finale sarebbe se un italiano riuscisse a vincere il mondiale”.

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