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MotoGP, Pramac: l'idea Ducati Open ci piace

Il team manager Guidotti: "In versione Factory non sarebbe possibile fare alcuna modifica ai motori"

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Ducati sta pensando alla possibilità di schierare quattro moto in versione Open nella prossima stagione, una decisione che coinvolgerebbe non solo il team ufficiale, ma anche quello Junior di Pramac, per cui era già prevista una Desmosedici con il nuovo regolamento per Hernandez. “A oggi non ho altre informazioni, in Malesia avremo una D16 Open per Yonny e una Factory per Iannone – spiega il team manager Francesco Guidotti – Questo non significa che non accetterei una soluzione diversa qualora mi venisse proposta. I nostri rapporti con Ducati sono ottimi e ci fidiamo delle decisioni dei loro ingegneri per quanto riguarda gli aspetti tecnici”.

La porta è quindi aperta nel caso si scegliesse di correre con tutte moto Open. “Se sarebbe un rischio? Penso che varrebbe comunque la pena di prenderlo”, chiarisce Guidotti. Una scommessa che potrebbe pagare, soprattutto per quanto riguarda la situazione attuale di Ducati, chiamata a ricucire un gap importante dalle avversarie giapponesi. Schierarsi con il regolamento Factory darebbe uno svantaggio importante per chi deve sviluppare una nuova moto nel corso della stagione.

Il punto centrale sono i motori, ma non il loro numero, perché il quattro cilindri bolognese ha dimostrato di avere l’affidabilità necessaria per finire la stagione con cinque propulsori. Il problema è che dovranno essere tutti punzonati in Qatar, in modo da congelarne lo sviluppo. Qualsiasi evoluzione importante non potrebbe quindi venire utilizzata nel 2014. Un limite enorme per Ducati, che invece schierandosi fra le Open potrebbe sperimentare liberamente in pista ogni nuova evoluzione, anche grazie ai 12 motori concessi.

Veri svantaggi non sembrano invece esserci. L’unico sarebbe la centralina unica fornita da Magneti Marelli, un componente con una velocità di calcolo e un numero di canali minori rispetto a quello usate dalle Factory, ma comunque con ampi margini di sviluppo, come hanno dimostrato le CRT che l’hanno già utilizzata lo scorso anno. Il software fornito da Dorna potrà essere comunque personalizzato e adattato alle proprie esigenze e nulla vieta che il Test Team possa continuare a lavorare con il materiale ‘ufficiale’.

Rimangono altri due punti: la maggiore quantità di carburante e la gomma extra-soffice. Probabilmente non sono due elementi fondamentali per la scelta, ma possono essere comunque un aiuto. Già nella scorsa stagione Ducati in alcuni GP terminò la gara con ancora un litro di benzina a disposizione, ma averne quattro in più degli avversari può permettere di sperimentare nuove strategie. La gomma morbida, invece, servirebbe probabilmente solo in qualifica, ma sarebbe comunque un’arma in più da utilizzare.

La bilancia sembra pendere quindi dalla parte della Open, che sulla carta non dà nessuna controindicazione. Se a fine anno si riuscisse a portare in pista una moto competitiva, nessun elemento impedirebbe di giocarsela con le Factory, e magari anche batterle.

Sto parlando solo dal punto di vista di un’ipotesi, ma a me questa soluzione non dispiacerebbe per niente – conclude Guidotti – Quando ci hanno chiesto di fare correre Hernandez con una Open siamo stati subito d’accordo. Del resto anche Yamaha e Honda stanno facendo esperienza in questa categoria”. Sarebbe un progetto a medio periodo, una carta che sembrava impossibile giocare, ma forse quella vincente.

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