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MotoGP 2014 al bivio per la guerra dei costi

Al via 11 prototipi 'puri' e ben 13 moto Production Racers denominate 'Open'

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Bisognerà attendere sino a 4 di febbraio per rivedere la MotoGP in azione, a Sepang, in Malesia per i test che apriranno ufficialmente la stagione MotoGP, ma con l'arrivo del 2014 lo schieramento è ormai definito, anche se mancano ancora alcune conferme.

Saranno 24 i piloti in pista ma anche se la qualità delle moto appare migliorata per l'arrivo delle Honda, Yamaha e Ducati in versione 'Open', non si può dire che questa soluzione 'mista' della MotoGP ci soddisfi appieno.

Da quanto visto negli ultime test di novembre a Valencia, infatti, la differenza in termini di prestazione fra i prototipi puri e le rispettive versioni 'clienti' è ancora elevata.

I numeri sono quasi in bolla: 11 Factory e 13 Open.

C'è da dire, però, che le Art-Aprilia troveranno pane per i loro denti non solo con versioni 'PR' pure come la Honda RCV 1000R, ma anche con quelle, come Yamaha e Ducati, che altro non sono che le moto Factory dell'anno precedente con serbatoio maggiorato da 24 litri e possibilità di usare 12 motori invece dei 5 a disposizioni dei prototipi.

Nicky Hayden in sella alla Honda RCV 1000RProprio questa singolarità potrebbe aggiungere un po' di pepe alle sfide del 2014. E' infatti possibile, ma non probabile, che i quattro litri di carburante in più permettano in alcuni circuiti prestazioni più vicine di quanto visto in passato, mentre il limite dei motori potrebbe aiutare le Art, ma da quanto si è visto nel 2013 le Honda non sembrano avere problemi a terminare la stagione con soli cinque propulsori.

Difficile, al momento, immaginare un campionato molto diverso dal precedente: Marquez, Lorenzo, Pedrosa e Rossi paiono tuttora i favoriti, ma la lotta per l'ultimo gradino del podio, o per la medaglia di legno, potrebbe essere più feroce.

Questo in attesa di una scrittura completa dei regolamenti che abbatta effettivamente i costi di esercizio, perché al momento quello al quale assisteremo sarà comunque un mondiale a due velocità, fra chi può (spendere) e chi dovrà far quadrare i conti. Anche perché con 19 Gran Premi in calendario (il Brasile rimane fortemente in dubbio), otto gare extraeuropee, quattro test ed un inizio di mondiale fra Qatar, Texas e Argentina ci sarà poco da risparmiare.

I motivi di interesse, per fortuna, ci sono tutti, a partire dalla rinnovata sfida fra Marquez, chiamato a confermarsi per ripetere la striscia vincente di Kenny Roberts iridato della 500 dal 1978 al 1980, e Jorge Lorenzo.

Questo senza parlare del futuro di Rossi e Pedrosa, entrambi alla vigilia di decisioni fondamentali per le rispettive carriere.

Valentino, infatti, si è già dato sei gare di tempo per decidere sul da farsi, mentre Dani potrebbe essere giunto al termine del suo lungo cammino in casa Honda.

Ragionamento che ci porta immediatamente in pieno mercato-piloti con tutti i big in scadenza di contratto. Il che significa ritrovarsi al Gran Premio d'Italia, al Mugello, con tutti che parlano con tutti.

Dire che queste primi sei Gran Premi saranno di fondamentale importanza per la Ducati è riduttivo: a Bologna sanno che se vogliono rinnovare oltre il 2014 il contratto con il munifico sponsor Phillip Morris dovranno essere in grado di offrire ad un big una moto competitiva, perlomeno nelle ultime sfide della stagione. Un compito superimpegnativo il cui onere spetta all'ingegner Gigi Dall'Igna.

E' da queste forche caudine, infatti, che passa il ritorno alle competitività della Rossa su due ruote.

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