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Moto3, Pernat: Team Italia? i frutti in due anni

Il manager: "con la squadra di Rossi collaboreremo. Dobbiamo ridurre i costi"

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Carlo Pernat e Virginio Ferrari saranno le due menti dietro al Team Italia nella prossima stagione. La squadra della Federazione Italiana si presenterà nel 2014 in una veste inedita, moto – Mahindra – e piloti – Locatelli e Ferrari – compresi.

A tre anni da ritorno nel motomondiale, il team sembra avere trovato finalmente la sua dimensione ed è il manager genovese a raccontare cosa bolle in pentola.

Carlo, come è nata quest’avventura con il Team Italia?

E’ una proposta che ho ricevuto qualche tempo fa e sono stato molto contento di accettarla. Per me è un ritorno alle origini. Quando lavoravo in Aprilia ho portato piloti come Rossi, Biaggi, Locatelli, Perugini, l’inizio di quell’onda lunga che è continuata fino a oggi”.

Ma che si sta spegnendo.

Voglio parlare chiaramente, dopo l’esperienza della Sport Production c’è stato un momento di buio e la Federazione non è stata presente. Adesso le cose stanno cambiando. Il compito della FMI è quello di scremare i piloti nei campionati nazionali, crescerli e quindi portare i migliori al Mondiale. Il suo obiettivo non è vincere il campionato, ma far sì che i giovani si mettano in luce per poi passarli ad altre squadre, come è successo con Fenati e Bagnaia”.

Quindi non ci sarà nessun proclama di vittorie?

Assolutamente no, noi dobbiamo fare crescere i giovani sotto tutti i punti di vista, non solo quello sportivo, se arrivassero nei primi dieci sarebbe già un successo. Stiamo gettando le basi per un nuovo progetto e mi piace. Inoltre penso che Virginio Ferrari sia la persona giusta, ha grande esperienza sia come pilota che come team manager”.

Cos’è mancato fino a oggi?

Penso che i piloti bravi non ci manchino, non sono scomparsi da un giorno all’altro. Serve una struttura che sappia individuarli e farli crescere ed è quella che si sta creando”.

Quando tempo servirà?

Secondo me, in un paio d’anni nelle classi minori la situazione sarà molto migliore. Si è già iniziato a lavorare, ma serve tempo per raccogliere i frutti”.

Avrai anche un ruolo di talent scout?

“Per ora mi occuperò solo della comunicazione e delle relazioni esterne, ma stiamo parlando. Penso che però lo farò in ogni caso, per me è un piacere trovare i giovani promettenti”.

Negli ultimi anni il modello da seguire è stato la scuola spagnola, cosa le ‘ruberesti’?

Le cose buone vanno copiate, lo hanno fatto anche a noi in passato, con la Sport Production. Italia e Spagna sono due realtà con delle differenze, da noi la Federazione è direttamente coinvolta nei campionati nazionali. Secondo me, uno degli aspetti su cui concentrarsi è quello dei costi. La Spagna in questo campo ha lavorato bene, girare in pista a volte è gratis e affittare un box costa poco. Dobbiamo parlare con circuiti e sponsor, perché le famiglie non possono sobbarcarsi una spesa eccessiva”.

Invidi altro?

Direi di no. I piloti li abbiamo anche noi e lo stesso per quanto riguarda le squadre. Team come quelli di Valentino e Gresini, per fare solo due nomi, sono di primo livello e sono il nostro punto di riferimento”.

Per quanto riguarda la squadra di Rossi, in molti si sono chiesti perché non abbia una collaborazione con la Federazione.

Non posso entrare nei particolari perché non ho seguito personalmente la questione, ma penso che un accordo con Valentino verrà trovato, collaboreremo insieme. Le due strutture hanno una funzione simile, ma sono diverse, la nostra ha un ruolo più istituzionale. Però la sua squadra è per noi una di riferimento, a cui passare i piloti dopo averli fatti crescere”.

La caccia al nuovo Rossi è iniziata?

Non sono d’accordo con questa mentalità. I fenomeni non nascono tutti i giorni e trovarne uno non c’entra niente con il lavoro che stiamo facendo. Anzi cercarlo a tutti i costi può essere controproducente, non si può ‘buttare via’ un pilota dopo poche gare perché non ha fatto i risultati che si aspettavano. I giovani hanno bisogno di tempo per imparare. Poi, se ci sarà un nuovo Valentino, ben venga”.

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