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MotoGP, Dal cielo alla terra: le cadute del 2013

Tutti i numeri: Suscipto il 'migliore', Marquez in top ten. Le Mans la pista più traditrice

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Un giorno Confucio disse a un suo discepolo: “la nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci sempre dopo una caduta”. Il Maestro cinese non era, per ovvie ragioni temporali, un motociclistica che invece preferirebbe non intaccare mai quell’equilibrio precario che lo separa dalla terra. Volere non è però sempre potere e tutti i piloti - chi più chi meno - in questa stagione hanno dovuto fare i conti con la forza di gravità. Per la precisione, 863 volte.

VINCE LA MOTO2, MOTOGP DA RECORD – Le classi minori, in questa particole classifica hanno avuto (purtroppo) la meglio sulla regina. La Moto2 ha il primato con 344 cadute in 17 gare, che significano una media superiori alle 20 per GP. Poco distante la Moto3, con 314 voli e una media superiore alle 18 a gara. C’è da dire, però, che le due categorie partono svantaggiate avendo un numero di partecipanti (e quindi potenziali cascatori) superiori alla MotoGP.

Le mille non hanno comunque sfigurato, anzi raggiungendo la cifra di 205 cadute in un anno (più di 11 a GP di media) hanno superato ogni proprio record dal 2006 a oggi. L’impegno dei piloti della massima categoria non è bastato però a ripetere in primato dello scorso anno, quando, contando le cadute in tutte e tre le classi, si era arrivati a 905.

Interessante vedere in quale sessione si sia caduto di più e qui il dato è identico a prescindere dalla cilindrata: la gara. I piloti MotoGP lo hanno fatto 48 volte, quelli Moto2 115 e quelli Moto3 109. Un dato invece rivela una profonda differenza, quello relativo alle qualifiche. I piloti della classe regina, più esperti, hanno sbagliato poco nel turno cronometrato decisivo (30 volte tra Q1 e Q2), mentre i colleghi più giovani si sono fatti prendere un po’ più dalla foga (69 volte in Moto2, 48 in Moto3).

ATTENTI A LE MANS, BENE IL QATAR – Qual è la pista più insidiosa di tutto il motomondiale? Le statistiche dicono Le Mans. Un risultato forse scontato considerato che è stata il teatro del peggiore weekend dell’anno per le condizioni meteo. Resta il fatto che in tre giorni i piloti sono andati in terra bene 68 volte, molte ma ‘niente’ in confronto alle 93 del 2013. Secondo posto invece per Misano, che nonostante il sole ha tradito i centauri 66 volte. Sul podio anche il Sachsenring, che Lorenzo e Pedrosa ricordano bene.

Medaglia di legno, invece, per Barcellona che però di può consolare con un altro record, quello della curva più insidiosa. La 10, La Caixa, ha accolto ben 28 cadute in un solo weekend. Il circuito meno ‘duro’ coi piloti (escluso Laguna Seca dove corre solo la MotoGP) è stato Losail con solo 34 cadute. Nelle seconda metà della classifica anche Austin, dove i centauri non avevano riferimenti.

SUSCIPTO PRIMO, MARQUEZ IN TOP TEN – Passiamo ai piloti, dove nel podio c’è un rappresentante per classe. Il vincitore è Topan Rafid Suscipto che è finito a terra ben 26 volte, precedendo Yonny Hernandez (20) ed Eric Granado (19). Nei primi dieci troviamo anche due nostri portacolori: Niccolò Antonelli, 4° assoluto con 18 cadute, e Mattia Pasini 8° con 16.

Anche il campione del mondo MotoGP Marc Marquez è in top ten con 15 cadute. Il rookie più veloce del mondo ha pagato l’inesperienza, ma ha avuto la fortuna di rialzarsi (quasi) sempre illeso. L’opposto di Jorge Lorenzo, che è finito in terra appena 3 volte (il migliore, insieme a Dovizioso ed Edwards) ma in ben due occasioni (Assen e Sachsenring) ha patito un infortunio.

Andrea IannoneFra i migliori cascatori anche un altro debuttante, Andrea Iannone, con 12, mentre Smith, anche lui al debutto sulle mille, si è fermato a 7, meglio Claudio Corti, nella ghiaia appena 4 volte. Nonostante l’esperienza, Crutchlow ha ripetuto le 14 cadute del 2012, salendo sull’ultimo gradino del podio di classe. Per Valentino Rossi una delle sue migliori stagioni dal 2006 con appena 4 cadute. Il record era stato nel 2011, al primo anno con Ducati, in cui il Dottore assaggiò l’asfalto per ben 12 volte.

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