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MotoGP, Marc Marquez, debuttante solo di nome

Nella prima stagione in MotoGP ha già vinto più di Rossi, Lorenzo e Pedrosa messi insieme

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Fenomeno, predestinato, incredibile, marziano, talento puro. Le parole per descrivere Marc Marquez e quello che sta facendo in questa stagione a volte sembrano mancare. Eppure ce n’è una che spesso si dimentica: debuttante. A guardare la classifica sembrerebbe impossibile, ma il ventenne di Cervera è solo al suo primo anno in MotoGP. Se ci fosse bisogno di altre conferme sulla sua forza, basta confrontare i suoi risultati a quelli dei più recenti campioni della classe regina e il confronto è impietoso.

Marc, quando manca solo una gara alla fine della stagione e si sono disputati 17 GP, ha già conquistato 6 vittorie. Più di quanto Rossi, Lorenzo, Pedrosa e Stoner insieme abbiano fatto nella loro stagione di esordio nella classe regina. Valentino e Dani avevano ottenuto due primi posti a testa, Jorge solo uno, mentre Casey (unico a non essere in un team ufficiale) era rimasto a bocca asciutta.

Lo stesso discorso vale anche per le pole position, perché Marquez ne ha portate a casa 8 sulle 17 disponibile, mettendosi in garage già in Australia la BMW che messa in palio per il più veloce in qualifica. Rossi, nel 2000, quando guidò per la prima volta una 500 non partì mai davanti a tutti, Lorenzo e Pedrosa ci riuscirono ‘solo’ quattro volte e il canguro australiano una.

Fin qui il discorso sulla velocità pura, ma il piccolo diavolo sorprende anche per la sua costanza ed è forse la caratteristica che più stupisce in un rookie. In tutta la stagione, Marc non è salito sul podio solo due volte. La prima al Mugello per una caduta, la seconda a Phillip Island per il fattaccio della qualifica, quindi non per colpa sua. Valentino riuscì a essere nei primi tre per 10 volte al debutto, 8 Dani, 6 Jorge e solo una Casey. Risultati che si riflettono anche nella classifica finale, dove i 318 punti su cui può contare Marquez erano stati un miraggio per tutti gli altri.

Il Dottore, nel 2000, dovette fare i conti con 3 ‘zeri’ in 16 gare, ma anche con qualche piazzamento fuori dalla top ten. Anche Lorenzo cadde molto nel 2008 e fu costretto anche a saltare una gara per infortunio. Stessa storia per Stoner, che sembrava avere un futuro da cascatore all’esordio. Più costante Dani, ma anche nel suo caso qualche passo falso ci fu.

Marquez invece ogni volta che ha terminato la gara è salito sul podio. E la fatto contro vecchie volpi come Lorenzo e Pedrosa, senza dimenticare gli exploit di Rossi. Marc sbaglia, è umano, ma solo quando se lo può permettere. Neanche le condizioni difficili di Motegi sono riuscite a metterlo in crisi. I suoi tecnici lo hanno definiti una ‘spugna’ ed è questo forse l’aggettivo che più lo descrive. Impara velocemente dai suoi errori come dagli avversari. Il suo stile di guida pare aggressivo e quasi istintivo, invece nasconde uno studio quasi maniacale di tutti i fattori.

Non è una caso se gli avversari hanno sbagliato mentre lui non lo ha – quasi – mai fatto. A Valencia lo aspetterà la prova più dura, dovrà gestire la pressione in un appuntamento che farebbe tremare le ginocchia al campione più navigato. Eppure è ancora dato come favorito. Del resto, sono i numeri a parlare per lui.

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