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MotoGP, Il CEV minimizza i Campionati Nazionali

Continua il monopolio spagnolo: il CEV diventa internazionale


Il CEV Repsol è sempre stato sotto il controllo della federazione spagnola di motociclismo, ma il prossimo passo sarà sotto l'ombrello della FIM. La idea è che questo campionato si avvicini in termini di procedure e regolamenti al Campionato del Mondo, per preparare così i piloti in tutto e per tutto al passaggio di categoria. Il Campionato CEV si correrà in Spagna ma anche in altri circuiti europei (Portogallo e Francia N.d.R.)

Piloti del calibro di Casey Stoner, Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa, Stefan Bradl, Alvaro Bautista, Nico Terol e Julian Simon, che arrivavano da questo campionato sono poi diventati campioni del mondo in almeno una categoria.

Con partecipanti che arrivano da 23 Paesi, il CEV Repsol è un punto di partenza per talenti di tutto il mondo che entrano a far parte di uno dei migliori ambienti al di fuori del Campionato del Mondo FIM.

"Il passaggio di categoria del campionato spagnolo di velocità è molto positivo e ora avrà molta più visibilità a livello internazionale - ha detto Vito Ippolito, Presidente FIM - Ci sono moltissimi piloti interessanti in questo campionato e molti faranno il salto al mondiale. È arrivato il momento di trasformare questo ottimo campionato in una serie internazionale”.

"Sono felice della nuova tappa del CEV Repsol - ha aggiunto Carmelo Ezpeleta - È un campionato aperto internazionalmente e ora lavorerà con la FIM, il che significa che il lavoro fatto fino ad ora ha migliorato questo campionato che continuerà a fornire grandi piloti per le categorie del Campionato del Mondo".

FILO DI NOTA - Fin qui il comunicato. Lo avevamo scritto come anticipazione nel luglio scorso, ora è realtà. Di fatto la Dorna, dopo la gestione del mondiale MotoGP e poi della Superbike, entra a gamba tesa sul campo di gioco delle singole Federazioni Nazionali proponendo un suo campionato ispano-centrico che promette di essere viatico al motomondiale. La conseguenza è un monopolio totale, ferreo, inattaccabile. Ed una svalutazione profonda dei Campionati Nazionali.

E' vero: nel passato c'è stato il periodo inglese, quello italiano, il decennio americano, ma mai nessuno ha avuto in modo così esclusivo e totale il controllo del motociclismo. Un intero sport nelle mani non della FIM bensì di una singola società privata.

Una società abile nel far quadrare i bilanci, ma non infallibile dal punto di vista sportivo. Se si guarda alla storia del motociclismo moderno, infatti, di errori se ne possono trovare molti. Alcuni dalla conseguenze molto gravi. Nel 2014, solo per fare un esempio, la MotoGP avrà ben tre moto diverse in pista: prototipi, production racers e CRT. E questo perché non si è stati in grado di far evolvere i regolamenti in modo opportuno. E che dire della Moto3 che, nata come classe più economica della 125, si sta evolvendo in una KTM-Cup dai costi proibitivi?



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