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MotoGP, Poncharal: aumentare i GP è una necessità

Laguna Seca verso l'addio. Il presidente IRTA: "unica fonte di guadagno che può aumentare"

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La MotoGP veleggia verso il traguardo dei 20 Gran Premi a stagione, ma questo non sembra essere un sintomo della buona salute del campionato. Basterebbe guardare le richieste per le Honda e Yamaha PR per il prossimo anno per capirlo. Nessuna fine delle CRT, molte squadra preferiranno rimanere con le “vecchie” moto e cercare di tirare a campare per un altro anno. A Iwata hanno venduto appena due moto, a Tokyo altrettante. Numeri ben al di sotto delle aspettative.

L’unica soluzione per far cassa sembra quindi aumentare il numero delle gare. Brasile e Argentina saranno le nuove entrate, a fronte di un solo Gran Premio in meno, quello di Laguna Seca. Carmelo Ezpeleta ha dichiarato alla tv spagnola negli scorsi giorni che la gara californiana è fuori dal calendario, anche a fronte di un contratto già firmato scadrà solo il prossimo anno. Un piccolo caso, perché dall’altra parte dell’Oceano il CEO di del circuito Gill Campbell continua a sostenere che nulla è cambiato. Anche Valencia sembra in bilico, ma il numero 1 di Dorna, non ha escluso una conferma del GP, continuando nella incomprensibile strada di avere quattro gare in Spagna, nazione non esattamente florida per quanto riguarda la sua economia.

A difendere l’operato dell’organizzatore è il presidente dell’IRTA Hervé Poncharal: “Dorna riceva le sue entrate da tre fonti: gli sponsor, i diritti televisivi e l’organizzazione dei Gran Premi – spiega – La prima voce è in calo e anche dalle tv è difficile ottenere di più. Quindi rimane solo l’ultimo punto, è su quello che bisogna puntare per aumentare gli introiti e questo servirà anche a trovare le risorse per sostenere i team”.

Per ora la Dorna si è mossa verso il Sud America, ma ci sono altri Paesi che bussano alla porta “come Russia e Thailandia” dice il manager francese. Il problema è però arrivare a una sovrabbondanza di appuntamenti, che oltre a essere difficilmente giustificabile considerato l’interesse attuale per la MotoGP da parte di pubblico e organi di stampa, potrebbe essere anche controproducente per le squadre, soprattutto quelle di Moto3 e Moto2 che vedono le trasferte pesare sempre di più sui propri bilanci. “Non penso che questo sia un problema – ribatte Poncharal – Anzi per i team minori le entrate maggiori derivano dai rimborsi per le trasferte, quindi potrebbe essere addirittura un vantaggio”.

Il ragionamento del presidente dell’IRTA non fa una piega, ma è difficile basare una strategia per l lungo periodo solamente sull’aumento delle gare. Gli sponsor languono, è vero, ma i nuovi mercati dovrebbero servire ad attrarre nuovi investitori, non a fare cassa solo per una gara. La MotoGP sta diventando uno strano incrocio: ha squadre, piloti, sponsor e a maggior parte del pubblico in Europa, ma scappa agli antipodi per avere quell’ossigeno che il Vecchio Continente non può più garantirgli.

Delle mosse sbagliate ne abbiamo già parlato, come quella di sacrificare le classi minori a favore della sola regina, e da esse derivano il calo di interesse, sia dal punto di vista degli investimenti che dell’audience. Per troppo tempo si è cercato di copiare la Formula 1 invece di trovare una propria identità, che ancora non c’è.

Nessuno ha sostituito i tabaccai, gli sponsor extra-europei latitano, la facciata splendente fa intravedere sempre più crepe. Non salveranno la situazione uno o due GP in più. Il pubblico deve essere attirato in altri modo e con esso gli investitori. Aspettiamo, ancora una volta, risposte.

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