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MotoGP, Rossi-Marquez, passaggio del testimone

Lutto per Antonelli: "Che siano i piloti a decidere se correre o meno"

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Alla conclusione del GP di Laguna Seca, la MotoGP è pronta a prendersi un mese di vacanza. Quale migliore occasione per tirare le somme su quanto visto fin qui, e quale miglior "ragioniere" del dissacrante manager genovese Carlo Pernat? Ecco il suo punto di vista.

"Ieri potrebbe essere stato il giorno del passaggio del testimone tra Valentino e Marquez – ha detto PernatNon ci credo del tutto, ma ci sono delle buone possibilità. Si tratta di due generazioni, entrambe fortissime, a confronto. Marquez è un giovane Valentino, forse anche più forte, ed oggi ci ha fatto vedere qualcosa che chiamo 'la maledizione di Stoner'. Casey si è incarnato in Marc per fare quello che ha fatto".

Il sorpasso all'esterno di Marquez ai danni di Rossi al "Cavatappi" ha ripagato il nove volte iridato con la sua stessa moneta dopo quanto successo, a ruoli invertiti e con Stoner nei panni della vittima, nel 2008. Le polemiche sulla sua regolarità, fugate dai diretti interessati, però non mancano.

"È un sorpasso bellissimo anche se al limite del regolamento. Ma è quello che tutti gli sportivi amano vedere. Mi sembrava quasi di scorgere il sorriso di Marc dentro al casco. Sia lui che Vale sono dei 'figli di buona donna'…si prendono in giro durante le conferenze stampa, ma secondo me non si amano così tanto. Rossi non ci sta a perdere. Il mondiale non è finito, e secondo me il favorito rimane Lorenzo, che ancora una volta ha dimostrato la propria forza mentale".

Con metà campionato già nei libri di storia, il girone di ritorno si preannuncia particolarmente entusiasmante.

"Credo sia il campionato più bello degli ultimi dieci anni, con tanti piloti dello stesso livello. Rossi purtroppo sta pagando i due anni in Ducati. Ha fatto tutto bene fin qui, ma credo che migliorerà ancora. Manca solo Stoner, che renderebbe il campionato stellare. Il livello però si è alzato anche troppo, e si vedono molte cadute, dovute anche alle gomme, con infortuni pesanti. Saranno proprio queste a deciderlo, episodi cruciali, come nel calcio".

La bellezza della gara di ieri è stata però offuscata da quanto successo dall'altro capo del mondo, in Russia, dove il giovane Andrea Antonelli ha perso la vita in seguito ad un incidente durante la gara della Supersport.

"Fermo restando che le due ruote sono sicuramente più pericolose delle quattro ruote, dove la sicurezza è arrivata a livelli altissimi, rimane un margine di fatalità perché quando cadi possono sempre nascere problemi – è l'analisi di Pernat – Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti, ma su questo incidente bisogna fermarsi e fare una considerazione: il motociclismo sta diventando un business dove si vanno a cercare mercati fuori dell'Europa, correndo in circuiti con un certo livello di pericolosità".

La tragedia occorsa al Moscow Raceway ha riportato a galla i giorni più bui per il motociclismo italiano ed internazionale, scatenando una serie di polemiche nate anche e soprattutto dal dolore per la perdita di uno sportivo.

"Si dice che il circuito di Mosca non sia drenante, e le immagini mostravano nuvole d'acqua. Questo è contro la sicurezza, la mia non è un'accusa ma una puntualizzazione. Se l'asfalto non drena, quando piove non si corre. La fatalità è un'altra cosa, come nel caso dell'incidente di Marco, occorso su una pista sicura come quella di Sepang. Ma almeno non creiamo problemi dove si possono eliminare. Negli Stati Uniti e in Qatar quando piove non si corre. I piloti devono essere maggiormente in grado di prendere le decisioni".

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