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Un giorno da pilota ufficiale BMW SBK

PROVA Una moto impressionante per le sensazioni immediate che offre. Il limite è il pilota

Moto - Test: Un giorno da pilota ufficiale BMW SBK

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Vi sono luoghi, posti, fiumi che, per la loro natura e la loro posizione, sono destinati ad essere testimoni di grandi eventi ed imprese storiche. Per chi ha nel sangue la passione per i motori, il fiume Santerno reca con se qualcosa di mistico. E' indubbio, considerando come questi nasca dal Passo della Futa, ed arrivi a costeggiare uno dei circuiti storici del panorama italiano e mondiale: il tracciato Enzo e Dino Ferrari di Imola. E' proprio su queste rive che si affaccia il malinconico volto del leggendario Ayrton Senna, ed è qui che si son disputate storiche 200 Miglia, l'epica battaglia del 2002 tra Bayliss ed Edwards o la conquista del primo titolo mondiale di Max Biaggi in SBK.

All'interno dei box BMW Motorrad Goldbet di Imola, spenta, mansueta, ecco far capolina la nostra compagna d'avventure giornaliera, la moto di Marco Melandri, pronta per essere messa alla prova.

UN PO' DI TECNICA - Una Superbike, per sua definizione, è una moto "derivante dalla produzione di serie". Ciò significa, in base al regolamento tecnico 2013, che esteticamente deve essere identica al modello che ogni appassionato può comprare in una concessionaria. Ovviamente però la scheda tecnica parla chiaro: più di 225 cavalli ad oltre 14.000 giri/min, limite minimo della moto pari a 165 kg di peso, ruota anteriore con diametro da 17 pollici, in loco dei 16,5'', telaio che deve rimanere di serie ed avere lo stesso spazio per l'alloggiamento del motore, ma che può essere rinforzato per essere adeguato alle maggiori potenze in atto. Il resto, sommariamente, può essere modificato. Il forcellone del team ufficiale BMW, è infatti un modello in alluminio con una capriata inferiore di rinforzo. Le forcelle anteriori sono Ohlins figlie della tecnologia Motogp, così come i grandissimi dischi-freno anteriori da ben 328mm con pinze monoblocco Brembo. Secondo il regolamento FIM inoltre, non si possono modificare i carter, la pompa del carburante, mentre bielle e pistoni possono essere sostituiti, così come le testate possono essere lavorate.

IL SEGRETO E' ELETTRONICO - Con l'evoluzione degli ultimi anni, è indubbio che un grande lavoro di affinamento e sfruttamento della potenza è stato dato dall'elettronica. La moto #33 è governata da una centralina RSM5 sviluppata internamente dal reparto corse e dotata ovviamente di sistema Ride by Wire che comunica e comanda il grado di apertura delle valvole a farfalla, oltre che il sistema di partenza assistita (il Lounch Control) ed il controllo di trazione. E' un lavoro che, scritto così, appare più semplice di quel che è in realtà, ma il lavoro e lo sviluppo effettuato negli ultimi anni è evidente fin dal primo "ascolto". In questa giornata di prove internazionali, i primi a scendere in pista sono i nostri colleghi russi, e mentre noi ci affacciamo dalla pit-lane verso con lo sguardo rivolto verso l'ultima chicane, si avverte sensibilmente come, una volta spalancato in seconda marcia, l'elettronica adatta l'erogazione tagliando la potenza "addormentando" due cilindri che rientrano in funzione, non appena serva più potenza. In altre parole? Si può decidere di regolare la potenza erogabile marcia per marcia, curva per curva.

MOTO CHE OFFRE EMOZIONI - Questa è la teoria, ciò che ci viene raccontato dai tecnici, dai piloti ufficiali. Certo è che, nonostante tutte le rassicurazioni del caso, quel brivido di tensione misto ad adrenalina nel vedere i meccanici preparare la moto per noi, inevitabilmente, si fa presente.

Sono le ore 11.40, il sole splende sul circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola, e saliamo in sella alla Superbike numero 33. La posizione in sella è una nostra vecchia conoscenza, e le sensazioni che offre erano le stesse di quando l'avevamo provata un anno fa sul circuito di Misano. I semimanubri sembrano un poco più chiusi rispetto al modello di serie, con le pedane poste invece in posizione vertiginosa. Per noi che siamo "alti" quanto il pilota ravennate, la posizione è veramente molto buona ed aerodinamica. Non comodissima, ma non ci troviamo sacrificati. I giri a nostra disposizione non sono molti - quattro in tutto - ma sono sufficenti per farci rendere conto di cosa voglia dire guidare una moto del genere. Affrontiamo il rettilineo d'arrivo: seconda, terza marcia e la moto sembra gestibile, con un'erogazione fluida che sale in maniera quasi addomesticata. Probabilmente il settaggio di questi due rapporti è stato tenuto "calmo" appositamente dai tecnici.

Un'ipotesi verificata nel momento esatto in cui, inseriamo la quarta, dove si sprigiona un vero e proprio uragano che tira fino a oltre 14.000 giri/min. La moto diventa un fucile, che ci catapulta fino alla prima staccata del Tamburello. Scaliamo - senza l'ausilio della frizione - due rapporti e inseriamo la moto per un sinistra-destra-sinistra che ci sconvolge. La moto scende in maniera rapidissima, ma non è secca nella discesa in piega. E' diretta, ma sembra quasi assecondarci. Leggera ma salda all'anteriore.

Tutto ciò, insieme alle slick da 17'' offre una condizione di "facilità" e di esaltazione che ci fanno capire come il limite siamo noi. L'allungo all'uscita del Tamburello ci porta alla Villeneuve, dove entriamo pinzati per un sinistra-destra che conferma i nostri pensieri. La moto prende la corda in maniera repentina e velocissima, e la fiducia di poter spalancare è tutta riscontrabile nel momento in cui, appena poggiato il ginocchio a destra, spalanchiamo per l'uscita di curva, un qualcosa di impensabile con una moto di serie. Ecco quindi che tutto diviene più veloce.

Si arriva alla Tosa e comincia il divertimento in quel toboga che è Imola. Seconda marcia e, ancora piegati, spalanchiamo per affrontare la salita che immette alla Piratella, con l'anteriore che alleggerisce. La ciclistica ancora una volta ci sorprende quando nello scollino la moto non entra mai in crisi, ma anzi quasi esalta il proprio comportamento dinamico mantenendo la linea e buttandosi in pieno con l'anteriore che ci indirizza veloce ma saldo, verso le Acque Minerali, con il difficile equilibrio mentale da trovare tra tenere spalancato, aggrapparsi ai manubri e cercare di tenere la linea.

E' qui che capiamo che, nonostante il nostro cervello impostato su dei limiti nettamente inferiori, questa è una moto che ti prende per mano, nonostante abbia una potenza a disposizione spaventosa. Si esatto, spaventosa, perchè nonostante il Traction Control che ci assiste come un angelo custode, abbiamo una moto tra le mani che in uscita dalle Acque Minerali spinge forte, fortissimo fin dai 6000 giri/min, e che scatena un inferno passati i 10.000 giri/min, così come in uscita dalla difficilissima Variante Alta che immette in una staccata difficilissima come quella della Rivazza. La potenza e la modulabilità dei freni è sorprendente: bastano due dita e la moto pinza decisa, mantenendo al contempo un assetto stabile e neutro inserendo la moto con una morbidezza unica, figlia di un assetto di chi ha corso per tanti anni con moto 2 tempi.

E' innegabile, si avverte che è una moto che vuole abbinare perfettamente la scorrevolezza e la fluidità della ciclistica, con la rabbia e la corposità di un motore Superbike. Un mezzo, un estrema summa di quello che, per un giovane tester, in quei quattro giri, può essere definita come la moto perfetta. Unico rimpianto? Non aver avuto a disposizione più tempo per entrare in sintonia ancor di più con un circuito unico e tecnico, ed una moto del genere. Le Rive del Santerno hanno assistito a quest'ultima "impresa" da tester. Non sarà stata esaltante come il duello Bayliss-Edwards del 2002, ma vi assicuriamo che per noi è stato altrettanto emozionante.

 

Siamo stati piloti ufficiali BMW Goldbet Superbike per un giorno con i seguenti capi d'abbigliamento tecnico Dainese

AGV CORSA

Anziché progettare a partire dalla calotta esterna, AGV STANDARDS, modello del quale il CORSA fa parte, inizia dalla testa del pilota le cui misure sono tradotte in un formato digitale, tramite una scansione laser. La scansione tridimensionale è una tecnologia estrememante precisa (al decimo di millimetro) che permette la trasformazione in dati digitali delle forme antropomorfe e successivamente condurre studi puntuali sulla fisionomia umana che sono il punto di partenza per la progettazione delle parti del casco a contatto con il viso. Il casco, riprodotto in tutte le sue parti mediante un modello matematico, consente l’effettuazione di analisi FEM  (Analisi agli Elementi finiti) che simula al computer una serie di crash test che riproducono non solo i test di omologazione ma anche prove secondo i più severi standard di AGV.

 

FULL METAL PRO

Tutta la tecnologia e l’esperienza maturata da Dainese nelle corse e nella collaborazione con i grandi campioni del motociclismo ha portato allo sviluppo di questo guanto racing dal livello di sicurezza elevatissimo, e che mantiene allo stesso tempo un grande comfort di guida. Costruito utilizzando i materiali più resistenti e all’avanguardia, come titanio, fibra di carbonio, filo di Kevlar®, per consentire un’elevatissima resistenza all’abrasione e all’assorbimento degli impatti, presenta soluzioni tecniche frutto dello studio ergonomico e dei punti più sollecitati in caso di caduta.

TORQUE PRO OUT D-WP

Tecnologia e design aggressivo si fondono in questo stivale racing in Lorica® dall’elevato livello di sicurezza, grazie al sistema antisupinazione snodato DAxial in TPU, tallone ammortizzato per ridurre gli impatti da compressione, inserti in acciaio su fianchi e tallone ed in nylon su pianta e punta. Versatilità nell’utilizzo su strada in ogni condizione climatica grazie all’interno impermeabile in D-WP, ma anche comfort attraverso la regolazione del polpaccio che consente una corretta vestibilità. Suola a texture differenziata ed inserti in TPU sul fianco interno consentono un grip elevato durante la guida

 

LAGUNA SECA PRO prof ESTIVA

Innovazione e funzionalità: nella tuta Laguna Seca Pro estiva, un design essenziale e moderno si fonde con soluzioni tecniche frutto di decenni di esperienza maturata con i campioni del motociclismo. Eccellenza nella protezione grazie alle spalle coiniettate con inserti in alluminio, protezioni composite su gomiti, ginocchia e tibie fanno di questa tuta confezioanta nella speciale pelle D-Skin, un capo estremamente tecnico. Ergonomia e mobilità sono assicurate grazie ad elastici biassiali, aggancio tuta-stivale, agli inserti in tessuto S1. Gobba aerodinamica con prese d’aria, foratura piazzata e la fodera removibile NanoFeel consentono un comfort elevato anche nella guida più sportiva.

 

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