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MotoGP, Dovizioso: il calcio? colpa anche dei risultati

Andrea e Barbera -1 punto sulla licenza. Crisi Ducati: "possiamo sperare solo nella pioggia"

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Ho sbagliato”. Dovizioso non si nasconde, ammette le sue colpe. I motivi del calcio a Barbera alla fine delle Q1 sono comprensibili, l’adrenalina, la delusione, un weekend difficile. Il gesto non è sfuggito alla Direzione Gara, ha convocato entrambi i piloti sanzionandoli con un punto sulla famigerata licenza, Hector per avere ostacolato Andrea, il Dovi per la reazione. “Ne servono 4 per la prima penalizzazione? Allora mi bastano per i prossimi 50 anni” ha scherzato il forlivese.

Andrea non è pilota certamente scorretto ma questa volta ha perso le staffe. “Non è la prima volta che Barberà fa questo gioco, sarà la centesima – ha spiegato – La tecnica è quella o di cercare di farsi superare all’inizio del giro, oppure di rallentarti per poi accodarsi. Con le CRT è abbastanza usuale, anche Abraham lo fa spesso. Solo che quando sei davanti non puoi sapere in quanto ti raggiungerà quello dietro. Hector era da quando siamo usciti dai box che cercava di usare questo trucco, ma io l’ho raggiunto prima di quanto si aspettasse. La conseguenza è che te li ritrovi in mezzo e perdi il giro buono. Se si limitassero a seguirci io non avrei problemi, ma ostacolare è un’altra cosa soprattutto quando lo si fa volutamente”.

Il Dovi ha cercato di risolvere la questione a parole con Barbera, ma “lui sembrava addirittura sorpreso, ma tutti i piloti gli avrebbero detto le stesse cose – racconta – A un certo punto ho capito che non sarebbe servito a niente continuare a parlare e ho smesso”. Intanto ha incassato i complimenti dell’ex compagno di squadra Cal Crutchlow: “quel calcio è stata una delle migliori cose che abbia visto da molto tempo” ha scherzato. Però il nervosismo del Dovi è anche figlio della crisi della Ducati, “certamente ha inciso sul mio comportamento, le cose non stanno andando bene”.

La 15° posizione lo dimostra a pieno. “Se domani non pioverà sarà una gara molto lunga e dura per tutte le Ducati – assicura – sul bagnato invece siamo veloci. Ma con le slick siamo ancora più distanti che a Barcellona. Non riusciamo a fare le giuste traiettorie, mentre le CRT in una pista dove conta meno la potenza e più la velocità di percorrenza in curva vanno forte. Dovremo vedercela anche con loro”.

Spostandosi al box Pramac la situazione non è molto migliore. Iannone ha rimediato un 13° posto finendo a terra mentre cercava di migliorarsi. “Sono caduto con la moto dritta – spiega – qui è veramente difficile, non riesco a capire quale sia il limite della moto, quanto posso spingere. Ci ho provato e sono caduto, l’unica soddisfazione è stata che ero più veloce di prima”. Andrea non può essere ottimista: “ho provato due setting molto diversi ed è cambiato veramente poco. La gomma anteriore morbida si muove troppo e la dura non riusciamo a farla lavorare. Ho provato spingendo di più in frenata e mi sono trovato a terra, senza neppure capire il motivo. Grandi idee per domani non ne abbiamo”.

Michele Pirro ha l’unica soddisfazione di una quarta fila conquistata grazie al tempo del primo turno, che gli ha garantito l’acceso diretto alle Q2. “Ma ho fatto fatica a ripetere quel crono – ammette – La moto scivola troppo, non fa strada, non abbiamo grip. La Desmosedici è troppo soggetta ai cambiamenti di temperatura, ieri il setting funzionava abbastanza e oggi no, questa sera cercheremo di capire il perché e di trovare una soluzione per domani. La pioggia? Sperare nell’acqua non risolverà i nostri problemi. Tutti noi sulla Ducati siamo vicini, ma questo non è un campionato monomarca”.

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