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Cal: meglio 6° in MotoGP che 1° in SBK

Crutchlow sul 2014: "una riunione con Yamaha al Mugello, ma non è cambiato nulla"

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Non può essere definita la sorpresa di questa stagione, perché Cal Crutchlow aveva fatto già vedere lo scorsa anno di che pasta era fatto. Arrivato in MotoGP nel 2011, il britannico era stato accolto con un po’ di sufficienza, come un altro pilota arrivato dalla Superbike che presto ci sarebbe ritornato con la coda fra le gambe. La prima stagione non era stata facile, ma l’anno dopo aveva corso in crescendo e sono arrivati i primi podi.

Quest’inizio di stagione è stato ancora migliore. Il secondo posto a Le Mans è stato il suo migliore risultato in MotoGP e, insieme a Rossi, è stato per ora l’unico pilota a riuscire a salire sul podio insieme ai tre spagnoli. “La mia crescita? Contano la maggiore esperienza con la moto, conoscere meglio i circuiti e la squadra – spiega Cal - Penso che un inizio come questo ce lo potevamo aspettare dopo i risultati nell’ultima parte della scorsa stagione. Abbiamo un pacchetto competitivo e siamo in grado di sfidare le squadre ufficiali”.

Crutchlow fece il salto in MotoGP dopo una sola stagione in Superbike, era campione della Supersport, vinse qualche gara ma arrivò 5° in campionato. Le derivate di serie non gli mancano e non le vede neanche nel proprio futuro. La risposta alla domanda se prenderebbe in considerazione di tornare in SBK nel caso non avesse un offerta interessante per il 2014 è netta: “no. Il motivo lo spiega subito dopo: “meglio essere 6° in MotoGP che campione del mondo in Superbike. Il campionato prototipi in questo momento è molto, molto difficile”.

Come sempre, Cal dimostra di non avere peli sulla lingua. Una caratteristica che gli ha attirato le simpatie di molti piloti. “Bisogna stare molto attenti alle proprie dichiarazioni, perché la MotoGP adesso è molto ‘politica’ e a qualcuno non piace sempre sentire la verità – dice - A volte il mio modo di fare può essere un problema, ma io non dico bugie”.

Il pilota di Tech3 non fa neanche mistero di quale siano gli obiettivi per il prossimo anno, “preferirei essere in una squadra ufficiale”, impresa non facile, considerato che l’unico posto libero sarebbe in Ducati. “Stoner ha dimostrato che si può essere veloci con quella moto” il suo commento. Yamaha, però, potrebbe volere non lasciarselo scappare e un primo incontro con i vertici di Iwata c’è già stato al Mugello. “La riunione è stata buona ma non è cambiato niente - rivela - Penso comunque che la mia posizione sia forte, perché ho fatto un gran lavoro”.

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