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MotoGP, Barcellona: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Da Marquez l'unico brivido nel dominio di Lorenzo. Rossi e Ducati ancora opachi

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Il circo del motomondiale ha spiegato il suo colorato telone alle porte di Barcellona e il richiamo dei suoi giocolieri ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni. Nel ruolo dello spericolato trapezista Marquez, che ha rischiato anche un tuffo senza rete. Lorenzo ha interpretato alla perfezione la parte del domatore, tenendo a bada le belve alle sue spalle. Poca fantasia, ma tanta concretezza per Pedrosa. Ha fallito il suo trucco Rossi, mentre Dovizioso scopre nella Ducati un cavallo, ancora una volta da domare. I cascatori arrivano in gran spolvero, e anche in questa occasione gli artisti che non sbagliano sono spagnoli.

IL BELLO – La scheggia impazzita Marc Marquez riesce a dare gli unici brividi in una gara passata a contare le cadute. Chi pensava che un volo ai 300 all’ora potesse fargli mettere la testa a posto, farà bene a rivedere le proprie posizioni. Se Lorenzo e Pedrosa sono quasi noiosi nella loro perfezione, la formica atomica non ha paura di sbagliare e rischiare. Mette in scena una personale versione della tauromachia sulla RC213V e doma il toro. E non butta nemmeno a terra Dani.

BRUTTO – Non gliene si può fare una colpa, ma nelle ultime due gare Jorge Lorenzo ha annullato ogni emozione dai GP. Il maiorchino è semplicemente perfetto in gara e scarica il nervosismo del sabato giro dopo giro. Il Mugello e Barcellona erano due appuntamenti in cui non poteva sbagliare e non lo ha fatto. Brutto sì, ma per gli altri.

CATTIVO – La storia di Cenerentola ha una propria appendice a due ruote, con il 36enne Javier Del Amor arrivato in circuito per un drink e promosso a pilota per due giorni. La storia ha il suo lieto fine e con un punto iridato lo spagnolo si ritrova negli annali del motomondiale. Tutto bello, ma è stata solo fortuna. Il mondiale non è un campionato amatori e i piloti dovrebbero rispettare certi requisiti per potere correre. Averlo fatto per una vita nel CEV ed essersi ritirati l’anno prima non sembrano gli ideali.

La Direzione Gara si è svegliata dal suo torpore ricordandosi della licenza a punti. Maverick Vinales ha infranto una di quelle regole così banali che potrebbero anche non essere scritte: imboccare la corsia box contromano durante le qualifiche. Il punto inflittogli è ridicolo. Forse serve altro caffè.

Andrea DoviziosoDELUSIONE – Cambiano manager e piloti, ma non la situazione. Ducati vola in una posizione di stallo che rende il suolo sempre più vicino. La fantasia serve a trovare il nuovo nome alla successiva versione della Desmosedici, che però rimane sempre fedele ai propri problemi. La ‘lab’ è semplicemente “more of the same”, come dicono gli inglesi. Aspettiamo la ‘evo’ o come vi piacerà più definirla. La semantica conta poco, le prestazioni di più.

SORPRESA – Bella, quella di ritrovare sul podio Thomas Luthi dopo il grave incidente nei test a Valencia. Lo svizzero aveva prenotato un posto da protagonista per questa stagione e ha ritrovato la forma per mantenere la promessa. E’ stato anche l’unico non-spagnolo a potere festeggiare a Barcellona.

Valentino RossiCONFERMA – A un terzo di strada non cambia il giudizio su Valentino Rossi. In un weekend in condizioni perfette si ritrova ancora a guardare da distante gli spagnoli, e forse Crutchlow senza caduta avrebbe potuto rendergli ancora più difficile la visuale. Fra fantasmi del passato e gli anni che avanzano, il Dottore deve trovare in se stesso quello che gli manca. Non merita di essere bocciato, ma neppure promosso.

SORPASSO – Raccontano le cronache che una volta le gare si decidevano così, con un sorpasso. Epoche quasi mitologiche, adesso tutto è già chiaro dopo pochi giri e quei racconti servono a scaldarsi davanti al fuoco dell’inverno. Solo in Moto3 ci sono degli inguaribili nostalgici.

ERRORE – Qui il confronto si fa acceso e si risolve senza vincitore. Anche se Bautista merita una menzione d’onore per tempismo. Cadute tutte uguali e la colpa è solo una: la gomma anteriore. I piloti ne sono certi, la Bridgestone meno.

CURIOSITA’ – A noi non è mai passato per la testa di non trovarci in Spagna, ma la questione indipendentista non è cosa su cui scherzare in Catalunya. Il cartello a fianco faceva bella mostra sul rettilineo di partenza domenica.

IO L’AVEVO DETTO –Non guarderò la gomma degli altri, sceglierò la migliore per me”. Dani Pedrosa faceva pretattica sabato. Non è servita.

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