Team Italia: e adesso vogliamo il titolo

Presentati il team Italia in Moto3 e STK 600 e l'avventura di Paolo Simoncelli in PreGP

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I quattro piloti attraversano la sala a rallentatore prima di buttarsi sulle loro moto per toglierne i veli. Un finale che si trasforma in gioco, come si addice ai giovanissimi scelti dalla Federazione Motociclistica Italiana per correre con i colori del Team Italia. Il confermato Romano Fenati (17 anni) e il debuttante Francesco Bagnaia (16 anni) guideranno la FTR-Honda nel mondiale Moto3, Alessandro Nocco (16 anni) e Franco Morbidelli (18 anni) la Kawasaki nell’europeo Superstock 600. Nella loro avventura avranno un nuovo alleato, San Carlo che sponsorizza entrambe le squadra. Stesso marchio anche per Riccardo Russo, che corre nella Supersport 600 con il team Puccetti e arriva dal vivaio della Federazione.

SESTI: VOGLIO IL TITOLO - Nel giorno della presentazione il più combattivo è stato il rieletto presidente della FMI Paolo Sesti: “dobbiamo vincere il titolo mondiale – ha dichiarato senza giri di parole – se non quest’anno al più presto. Questo è un progetto in cui noi crediamo e che consideriamo strategico e in cui stiamo investendo tutte le nostre risorse. Proseguiamo coi giovani, partendo dalle classi minori per portarli al CIV e al mondiale”. Le carene bianche quest’anno hanno trovato un marchio da tanti anni legato al motociclismo e il suo patron Alberto Vitaloni ha fatto il suo personale in bocca al lupo alle giovani leve. “Per noi la moto è il mezzo in cui il pilota cerca i propri limiti – ha detto – Questo è uno degli sport più belli perché mette alla prova se stessi, una lezione importante. Abbiamo vissuto anni esaltanti sia dal punto di vista sportivo che umano con Simoncelli ed è rimasto nei nostri cuori. Credo che con questi giovani ci sia la possibilità di fare nascere un nuovo Marco”.

Sul palco erano presenti anche Cristiano Migliorati e Roberto Locatelli, entrambi ex piloti e responsabili per i due campionati di punta. “La cosa importante è trasmettere a questi piloti un metodo di lavoro e fare loro imparare la serietà nella cura dei particolari – ha detto il tecnico SSTK- perché la differenza la fanno i dettagli. Stiamo traghettando questi ragazzi in un campionato internazionale e la mentalità che cerchiamo di inculcare loro li porterà a essere dei professionisti”. All’ex iridato della 125 il compito di fare il punto sulla Moto3: “sono contento di continuare questo progetto. Volete un pregio e un difetto dei miei sue piloti? Romano non ha mai voglia di venire ad allenarsi da me, preferisce stare a casa, ma ha un grande talento innato. Francesco devo ancora conoscerlo bene, non vedo punti deboli”.

IL PROGETTO TALENTI AZZURRI - L’impegno della FMI non è però limitato solo alla ribalta internazionale, come ha spiegato Alfredo Mastropasqua. “Il progetto Talenti Azzurri è stato voluto dal Presidente Sesti quattro anni fa – ha detto – Ammettiamo che eravamo rimasti indietro rispetto alla Spagna ma abbiamo iniziato a lavorare e i primi risultati li abbiamo già conquistati. Abbiamo vinto gli ultimi tre europei minimoto e miniGP e Fenati e Ferrar hanno battuto gli spagnoli in casa loro in 125 e Moto3. Abbiamo guardato al modello del CEV, copiandolo in alcuni punti, adattandolo in altri e migliorandolo in altri ancora. Adesso il nostro vivaio conta più di cento piloti e il sogno che vogliamo regalare loro è quello di potere arrivare al mondiale nel modo migliore possibile”.

Paolo Simoncelli con i suoi due pilotiSIMONCELLI: CONTINUO LA STORIA DI MARCO - Sul palco è salito anche Paolo Simoncelli che ha deciso di ritornare in pista gestendo il team Sic 58 nell’italiano preGP. Farà correre due tredicenni: Mattia Casadei e Kevin Sabatucci. “E’ emozionante continuare in questo modo la storia del Sic – ha spiegato – Ma la decisione è stata difficile da prendere, ci ho pensato molto. Mattia era amico di Marco e veniva spesso a casa nostra e poi ci ha messo anche lo zampino Aldo Drudi, che mi ha spinto a dire di sì. Una volta deciso mettere in piedi la squadra è stato invece semplice, mi sono bastate quattro telefonate agli sponsor che seguivano Marco, degli amici che mi hanno subito sostenuto”.

Gli obiettivi di Paolo sono chiari: “li tratterò come fossero i miei bimbi, so che farli correre è una bella responsabilità. Voglio tenerli lontani dalle pressioni e da quella gente che non centra niente. Sulle loro carene ho messo la firma di Marco, è il timbro giusto per sperare e chiedo loro solo di dare il massimo e penso che ci toglieremo delle belle soddisfazioni. Anzi sono io quello che deve calmarsi un po’ per la prima gara” ha scherzato. Il primo passo è fatto e per adesso Simoncelli non vuole guardare troppo avanti. “Decidere di correre in campionati più importanti? In questo momento non so la risposta – ha ammesso – Mi piacerebbe continuare con i giovanissimi, se poi lavoreremo bene e ci sarà la voglia, perché no?”.

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