I Top e i Flop del 2012: Moto3 Vs CRT

Promosse, con un meno, le piccole 4 tempi, stroncati senza appello i "semi prototipi"

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Il 2014 è stato annunciato come l’anno di rivoluzione, il 2013 di transizione, e il 2012? La stagione appena conclusa qualche novità l’ha portata e neppure di poco conto. Innanzitutto è scomparsa l’ultima classe a 2 tempi rimasta, la 125, che ha fatto spazio alla Moto3, mentre le MotoGP hanno incominciato la – difficile – convivenza con le CRT. E’ proprio da queste due new entry che iniziamo ad analizzare i Top e i Flop del 2012 suggeriti sulla nostra pagina Facebook dai lettori.

IL TOP: LA MOTO3 – A sentirle per la prima volta in inverno accendersi in corsia box non avevano fatto un bell’effetto. Dagli scarichi arrivava il borbottio di un tagliaerba dopato e una lacrima era scesa ricordando il bel ronzio delle ottavo di litro, con profumo di olio annesso. In pista invece non hanno sfigurato. Piacciono più delle Moto2 perché rispettano a differenza delle sorelle maggiori di più la filosofia dei prototipi e la lotta fra telaisti è parallela a quella fra le Case. Sono, in parole povere, delle “vere” moto da corsa in miniatura, ben realizzate e con soluzioni tecniche abbastanza diverse l’una dalle altre.

Alla promozione hanno contribuito anche le buone prestazioni degli italiani, che sono riusciti a fare sventolare il tricolore sul podio in una classe dove siamo rimasti per troppo tempo a digiuno. Poi c’è lo spettacolo, simile a quello offerto per tanti anni dalle 125 che hanno sostituito. Belle gare di gruppo, infiniti trenini e l’irruenza delle giovani leve a condire il tutto.

Tutto perfetto? Purtroppo no e i più attenti se ne sono accorti. La Moto3 deve essere una classe propedeutica, una scuola per i giovani piloti che deve avere costi bassi. Si è partiti con il tetto di 12mila euro a motore e si è arrivati ai 400mila euro (cifra arrotondata in difetto) chiesti dalla KTM per avere una loro moto. “Tanto valeva rimanere con le 125” dicono i detrattori ed è difficile dargli torto. La partenza della nuova classe è stata buona, bisogna solo eliminare qualche ombra. Sperando che i piani alti della Dorna si muovano in fretta.

IL FLOP: LE CRT – Su questo punto si tratta di un plebiscito, nessuno capisce bene a cosa servano (a parte girare nei turni di libere con la pista umida) e cosa ci facciano insieme alle MotoGP. Quest’anno hanno permesso solo di allungare uno schieramento asfittico e a qualche pilota con la valigia di potere raccontare ai nipoti di avere corso con Rossi e Stoner. Per il resto vengono inquadrate solo in caso di doppiaggi o cadute e la lotta per la testa della loro classifica ha interessato solo i parenti più stretti di De Puniet ed Espargaro.

La verità è che le CRT sono una mossa squisitamente politica, voluta da Ezpeleta per dimostrare alle Case che il campionato si può fare anche senza di loro. Sotto l’aspetto sportivo, invece, non dicono nulla perché il confronto coi mezzi ufficiali è semplicemente improponibile, a meno che arrivare davanti ad Abraham o Barbera non possa essere considerata una vittoria. I “semi prototipi” rimarranno un altro anno, poi nel 2014 andranno ben che vada nel garage di qualche appassionato e forse, tra qualche anno, riusciremo anche a riderci su.

Saranno anche delle moto divertenti da guidare, ma inserite tra la MotoGP sanno tanto di “vorrei ma non posso”. Scontano in più un nome fra i più infelici ed esoterici della storia, che per spiegarlo a chi è digiuno di motori bisogna armarsi di tanta pazienza e un briciolo di fortuna. Infine la promozione mediatica, praticamente nulla. Inoltre più di un pilota è rimasto scottato dall’esperienza. Un vero flop, su tutta la linea.

Ringraziamo per i suggerimenti Claudio Caminiti, Stefano Parzani, Federico Pagani, Manzanarre Mazzacane, Francesco Lubrano, Matteo Pogni, Marcello Palese, Mauro Polli e Lois Luigi Ruotolo. Continuate a scriverci i vostri Top e i Flop dell’anno sulla nostra pagina Facebook.

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