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MotoGP contro Case: atto finale

A Valencia l'ultimo meeting per decidere il regolamento 2014

MotoGP: MotoGP contro Case: atto finale

In occasione dell'appuntamento finale della stagione della MotoGP a Valencia, la GP Commission si riunirà per l'ultimo atto di una battaglia che minaccia di cambiare il volto del motomondiale. Lo scontro è innanzitutto ideologico: da una parte il liberismo tecnologico delle Case, dall'altra il conservatorismo economico della Dorna. I punti nevralgici del contenzioso riguardante il regolamento del 2014 rimangono invariati: un'elettronica standard e un limite fissato per i giri del motore. Il tempo, tuttavia, sta per scadere.

Un anno fa, Carmelo Ezpeleta aveva dato il proprio ultimatum: cambiare il regolamento tecnico entro maggio 2012. Sei mesi dopo la data fissata, il CEO della Dorna si trova però in una posizione nettamente più forte al tavolo delle negoziazioni. Ottenuto il controllo della Superbike – anch'essa gestita dal fondo di investimenti Bridgepoint – la società spagnola ha neutralizzato la minaccia delle Case, Honda su tutte, di migrare al campionato delle derivate di serie. Più che un asso, un pokerissimo nella manica. "Al momento la MotoGP è una battaglia tecnologica che non porta da nessuna parte – ha detto Ezpeleta a GPWeek – Per me, un campionato ideale avrebbe motori più o meno equivalenti, con il telaio, l'assetto e la visibilità a fare da discriminanti".

Senza possibilità di fare ricerca e sviluppo il motomondiale perde ogni attrattiva, è la risposta corale delle Case. Il rischio di un ritiro in massa (ed un conseguente campionato di sole CRT), per quanto remoto, rimane. Il precedente storico risale al 1969, quando Honda, Yamaha e Suzuki lasciarono il campionato dopo che il regolamento virò radicalmente verso i motori a due tempi. Nonostante la crisi, tuttavia, il giro economico generato dal motomondiale rimane consistente. Meglio quindi trovare un accordo. Da qui la proposta della Honda di realizzare una versione 'production racer' della RC213V, disponibile ai team privati per un costo intorno al milione di Euro.

Quello che manca è il tempo. Nakamoto aveva confermato in un'intervista di Yogo Tagashi su GPone.com che il progetto era "temporaneamente sospeso", in attesa dell'approvazione dai piani alti della Honda. Cosa più importante, i tempi di sviluppo dei prototipi 2014 sono sempre più ristretti a causa dell'incertezza sul regolamento, con ovvie ripercussioni a livello di immagine e, conseguentemente, di sponsor.

Nel paradosso attuale, una spasmodica riduzione dei costi rischia, di fatto, di aumentarli. È quello che è successo in Moto3 dove, nonostante il calmiere alle spese per motori e revisioni, i team ufficiali hanno investito una fortuna in aggiornamenti. Per una KTM ufficiale si parla di 400mila euro a stagione.

"I costi della Moto3 sono andati ben oltre le aspettative, quindi ci saranno ulteriori limitazioni – ha detto il Direttore Gara Mike Webb sempre a GPWeekVogliamo mantenere lo status quo, prevenendo uno sviluppo in massa durante la stagione che alza notevolmente i costi. Sapevo fin dall'inizio che rimpiazzare la 125 con moto a quattro tempi non sarebbe mai stato più economico, ma dobbiamo fare il possibile per tenere i costi sotto controllo limitando anche il telaio".

Anche cambiare costa, soprattutto quando non si garantisce una stabilità regolamentare a lungo termine. Finora, si è piuttosto trattato di esperimenti,  e nemmeno tanto riusciti. L'ingrediente mancante potrebbe essere la competenza tecnica della FIM. Tuttavia essa è finora rimasta a fare da spettatrice, e probabilmente non cambierà panni a questo punto. Un peccato, perché il futuro è dietro l'angolo (o la curva), e non ha un bell'aspetto.


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