Gresini: meno costi, più spettacolo

Il manager: "sono preoccupato, abbiamo bisogno di regole certe per il futuro"

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Con tutte le selle delle moto ufficiali ormai occupate, aspettando l’annuncio ufficiale di Dovizioso in Ducati, l’attenzione del mercato si sposta su quelle satellite. I lavori per i team “privati” sembrano essere ancora in alto mare, tante indiscrezioni, opzioni, mormorii, ma ancora nessuna certezza. La squadra di Fausto Gresini è da sempre una delle più appetibili per i piloti, ma il team manager non è ancora certo di quale sarà la strada da percorrere per il prossimo anno. “Per gli altri il mercato è già chiuso, per me deve ancora iniziare” risponde con una battuta quando gli si chiede “cosa farà da grande”.

La crisi economica ha colpito duramente la MotoGP negli ultimi anni e le cure per curarla di una malattia che rischia di diventare cronica. “Sono un po’ preoccupato – ammette Gresini – E’ inutile nasconderlo, è sempre più difficile trovare il budget per una stagione, non è più come sei o dieci anni fa, si fatica”. L’ex iridato della 125 ce la sta mettendo tutta ma non riceve grande aiuti dall’esterno. “Stiamo aspettando che si definiscano i regolamenti. Io spero che si decida di abbassare i costi per le moto in leasing, così è difficile andare avanti”. Dorna proprio in questi giorni sta discutendo se imporre un tetto massimo e quale sia la cifra, ma al momento non resta altro da fare che aspettare. “Siamo quasi a settembre e non sappiamo ancora nulla – sottolinea Gresini – Come faccio a fare un budget senza numeri certi?

Le squadre satellite sembrano essere ormai diventate delle cenerentole nella classe regina del XXI secolo, ma sono loro con moto e piloti a riempire una griglia in cui altrimenti correrebbero solo 6 MotoGP ufficiali. “Penso che abbassare le spese sia la priorità – propone il manager imolese – Offrire la possibilità di avere un pacchetto ‘tutto compreso’ che renda chiari i costi”. Non basterebbe, ma sarebbe un buon inizio. Poi bisognerà capire come aumentare lo spettacolo in pista. “Basta guardare le classifiche – continua – sono sempre i soliti tre piloti a giocarsi il podio. Mi piacerebbe vedere più battaglia in pista e che tutti avessero maggiore visibilità”.

Gresini non si arrende, “anche se per la prima volta mi sento un po’ pessimista”, per il prossimo anno vorrebbe continuare con due moto, come quest’anno. Che saranno per forza di cose una MotoGP e una CRT. Chi ci salirà però non è stato ancora deciso, “potremo continuare con Bautista, penso sia un pilota che merita – dice – Certo anche Iannone ci interessa”. Ma per chi non è una Casa puntare su un giovane da fare crescere non è impresa semplice. “Attira meno gli sponsor e poi sai già che ti lascerà” l’amaro commento.

Ritrova un pizzico di ottimismo parlando di Moto3 e Moto2: “sono due classi ben bilanciate, offrono spettacolo e i costi sono accettabili. In MotoGP quello show in questo momento non c’è”. Quello di Gresini è un campanello di allarme importante, la classe regina non può vivere solo di 6 moto e le squadre satellite, soprattutto quando sono professionali e ben organizzate, sono una risorsa che non può permettersi di perdere. Le CRT sono state un palliativo, ma per adesso sono servite solo a fare numero. Bisogna ripensarle oppure dimenticarle e la MotoGP deve fare per forza di cosa qualche passo indietro. Non è più la gallina d’oro che attirava soldi a profusione, zoppica e bisogna sostenerla prima che finisca a terra. E’ già passato troppo tempo prima di rimediare, ora bisogna intervenire e ascoltare chi ogni giorno si impegna perchè il tendone del Circus non crolli in una nuvola di polvere.

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