Rossi-Lorenzo: atto finale

Come Senna e Prost: la storia della rivalità più intensa della MotoGP moderna

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L'annuncio del ritorno di Valentino Rossi in Yamaha al fianco di Jorge Lorenzo ricrea una delle coppie più competitive mai viste nel motomondiale. Come accadde in McLaren con Senna e Prost a cavallo tra gli anni '80 e '90, l'unione di due piloti altamente competitivi e appartenenti a generazioni diverse – sportivamente parlando – ha portato alla Yamaha tre titoli piloti e costruttori consecutivi tra il 2008 ed il 2010. Ma la convivenza di due 'maschi alfa' fu un'arma a doppio taglio, foriera di tensione crescente: prima ci fu il muro divisorio nel box, poi alcuni colpi proibiti in pista ed infine l'addio (semi) amichevole di Rossi dopo il rifiuto di Yamaha di scegliere tra lui e Lorenzo. Se è vero che il compagno di squadra è il peggior nemico di ogni pilota, nei prossimi due anni andrà in scena l'atto finale di un duello destinato a rimanere negli annali del motociclismo.

NELLE PUNTATE PRECEDENTI – Il primo round tra Rossi e Lorenzo andò in scena nel 2008. Rossi veniva da due anni opachi, Lorenzo era all'esordio in classe regina sulla scorta di due titoli consecutivi nella 250. Prima dell'inizio del campionato l'ago della bilancia sembrava pendere inequivocabilmente a favore del più esperto Rossi, invece Lorenzo superò nettamente il compagno di squadra ad inizio campionato, centrando tre pole consecutive e la prima vittoria al terzo tentativo (oltre a due podi nei GP precedenti). Questi risultati lo portarono sulla cresta dell'onda, in testa al campionato a pari punti con Pedrosa. Tuttavia per il maiorchino arrivò presto il momento di scendere e, complice una serie di cadute in Cina, Francia ed Italia, lo spagnolo dovette cedere il passo. Rossi, dal canto suo, si proiettò in testa alla classifica ingaggiando in un duello serrato, e vinto, con il campione in carica Casey Stoner. Alla fine del 2008 i risultati parlano chiaro: per Rossi 9 vittorie ed altri 7 podi, contro un successo e cinque podi per Lorenzo, comunque un bottino di tutto rispetto per un esordiente.

I risultati di Rossi e Lorenzo insieme in YamahaLE PRIME SCARAMUCCE – Nel 2009 Rossi trova un Lorenzo più maturo, ma soprattutto il compagno di squadra più competitivo che abbia mai affrontato. Passato anche lui alle gomme Bridgestone, lo spagnolo centra 2 vittorie e 2 podi nelle prime 6 gare, con Rossi in leggero vantaggio grazie ad un podio in più. Alla fine di questa serie, sul circuito del Montmeló, va in scena il duello più spettacolare degli ultimi anni: Rossi e Lorenzo duellano ruota a ruota negli ultimi tre giri, con il 'Dottore' che impartisce una severa lezione al maiorchino sorpassandolo all'ultima curva davanti al pubblico di casa. Il titolo rimane una questione tra i due piloti Yamaha, con Rossi che precede il rivale sul traguardo anche ad Assen, Sachsenring e Misano. Lorenzo commette un paio di errori cruciali con le cadute di Brno e Phillip Island, lasciando il titolo a Valentino ma dimostrando di essere ormai pronto a giocarsela alla pari ad ogni gara.

L'ALLIEVO SUPERA IL MAESTRO – Cominciato con una vittoria di Rossi in Qatar, il 2010 è l'anno della consacrazione di Lorenzo. Lo spagnolo piega il compagno di squadra a Jerez e LeMans, mettendolo con le spalle al muro. L'infortunio alla spalla sostenuto durante una sessione di allenamento con la moto da cross obbliga il 'Dottore' a strafare: la caduta durante le qualifiche al Mugello, con conseguente rottura della gamba, lo costringerà per la prima volta in carriera a saltare quattro gare consecutive, consegnando a Lorenzo una cavalcata trionfale verso il titolo. A fine anno lo spagnolo ha 9 vittorie e 7 podi all'attivo, mentre Rossi raccoglie una seconda vittoria a Sepang. A questi risultati si aggiungono anche 7 pole position contro una sola di Valentino, chiaro segno di una maggiore facilità nel mettere a punto la M1. Il passaggio di consegne appare ormai completo, con Rossi che tenta invano di convincere i vertici Yamaha a liberarlo da un rivale così ostico. Ma i tempi stanno cambiando e col pensionamento di Masao Furusawa, deus ex-machina della rinascita della casa di Iwata nel motomondiale insieme a Rossi, la posizione di Lorenzo all'interno del team si è irrimediabilmente rafforzata. Da qui l'esodo di Rossi in Ducati, che ha forse rappresentato la prima vera sconfitta in una carriera che non ha rivali nell'era moderna del motociclismo.

ATTO FINALE – Per i prossimi due anni, i due grandi rivali si scontreranno nuovamente ad armi pari all'interno dello stesso box. Un vero e proprio 'dream team' per Yamaha, che pare destinata a giocarsi in casa la sfida per il titolo. Lorenzo è in stato di grazia, non teme – almeno stando alle sue parole – niente e nessuno, tant'è che ha accolto di buon grado il ritorno di Rossi. Quest'ultimo ha evidentemente preferito giocarsi le sue ultime chance contro un uomo – Lorenzo – piuttosto che una macchina – la GP12 – chi si è rivelata un rebus irrisolvibile. Una scelta coraggiosa, se non addirittura umile, per il nove volte iridato che torna sui suoi passi come un comune mortale. Per i risultati dovremo attendere ancora 8 mesi, ma il guanto di sfida è stato lanciato. Caricare, puntare, e fuoco alle polveri.

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