Motomondiale: nuovi Rossi cercasi

Sempre meno italiani iscritti nelle tre classi, il record negativo in 125

Motomondiale: nuovi Rossi cercasi

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Con la pubblicazione da parte della FIM dell’elenco degli iscritti alle tre classi del motomondiale per la stagione che partirà l’8 di aprile in Qatar, è già possibile incominciare a tirare le somme per il 2012. Se per scoprire i valori in campo bisognerà aspettare l’inizio dei test invernali, o forse la prima gara, è già possibile valutare quanto nutrita sarà la rappresentanza italiana nel campionato. Quest’anno avremo in pista 13 nostri portacolori, contando anche il sanmarinese de Angelis: 4 in MotoGP e Moto3 e 5 in Moto2.

Il numero di piloti italiani iscritti in 500 e MotoGP dal 2000Se nella classe regina abbiamo dovuto rinunciare a due piloti, per la scomparsa di Marco Simoncelli e il ritiro dalle corse di Loris Capirossi, il bilancio è invariato rispetto al 2011 con l’ingresso di Michele Pirro e Danilo Petrucci, entrambi con una CRT. Prendendo in esame la partecipazione di piloti italiani in 500 e in MotoGP dal 2000 a oggi, ci troviamo di fronte a un valore medio. La pattuglia azzurra nella massima cilindrata non è mai scesa sotto le 3 unità, ma non si è neanche mai spinta oltre ai 6 piloti iscritti. Quello che invece bisogna considerare è che l’introduzione della CRT ha aiutato Pirro e Petrucci a debuttare nella classe regina, altrimenti sarebbe stato difficile per i due piloti trovare una sella in MotoGP.

Il numero di piloti italiani iscritti in 250 e Moto2 dal 2000Una riduzione importante dei nostri portacolori colpisce invece la Moto2, se solo due anni fa erano 9 gli italiani al via nella classe intermedia, passati a 8 nel 2011, nel 2012 dovremo accontentarci di 5 piloti. L’unico “acquisto”, ma si tratta di un rientro dopo un anno passato in Superbike, è quello di Roberto Rolfo, mentre non hanno trovato una sella Raffaele De Rosa, Alex Baldolini e Mattia Pasini, anche se sembra per quest’ultimo che ci sia ancora qualche speranza. Soprattutto non debutterà in Moto2 nessun nuovo pilota italiano, né proveniente dalla 125 né dalle derivate di serie. Il ricambio generazionale sembra essersi quindi interrotto, se pensiamo che anche nella scorsa stagione la situazione è stata identica.

Il numero di piloti italiani iscritti in 125 e Moto3 dal 2000La causa della mancanza di “ricambi” per le due classi maggiori è da ricercarsi in quella cadetta, fino a pochi anni fa vero e proprio feudo del motociclismo tricolore e oggi dominata dagli spagnoli. La nostra rappresentanza nel 2012 sarà ridotta ai minimi termini, seguendo una rotta iniziata qualche stagione fa, con 4 piloti iscritti. Un numero risibile, se si pensa che dal 2000 al 2007 non eravamo mai scesi sotto i 9 piloti in griglia, con punte di 13 nel 2003, 2004 e 2006. A preoccupare ulteriormente, il fatto che i due piloti che mancano all’appello rispetto all’anno scorso, Grotzskyj Giorgi e Mauriello, non hanno fatto il salto nella categoria superiore, ma non sono riusciti a trovare al momento una moto in un mondo dove l’aspetto economico è sempre più preponderante, a scapito di quello sportivo.

Il numero di vittorie dei piloti italiani nel motomondiale dal 2000 Se nell’ottavo di litro abbiamo assistito a una forte diminuzione dei piloti iscritti, a questa si è accompagnata anche quella dei risultati. Sono due stagioni che nessun nostro pilota riesce a vincere una gara in 125 e nemmeno a salire sul podio. Basta osservare il grafico a fianco per accorgersi che con l’ultimo passaggio in Moto2 nel 2010 dei nostri piloti più forti, qualsiasi sogno di vittoria è svanito nel nulla. I 7 primi posti nel 2000, gli 8 del 2004, o anche solo i 3 del 2009 sono solo un ricordo, ed è bene notare che per confrontare questi dati non abbiamo preso in considerazione i risultati dei piloti di San Marino, che invece abbiamo conteggiato per quanto riguarda il numero degli iscritti.

Con una MotoGP zoppicante a causa dei guai di Valentino, è stata la Moto2 a darci le uniche soddisfazioni nell’ultima stagione, con quattro vittorie. Un magro bottino se consideriamo che prima del 2010 il totale delle vittorie nelle tre classi è sempre stato a due cifre. Facile capire, considerando questi numeri, come adesso l’Italia a due ruote stia vivendo ancora dei fasti passati. Potrà ancora continuare su questa strada per qualche stagione, sperando in un Valentino e un Dovizioso al vertice - due piloti che insieme a Simoncelli sono riusciti comunque nell’ultima stagione a portare in bacheca 10 podi - ma se non invertirà la rotta gli anni che la aspettano saranno bui.

Forse qualche sorpresa potrà arrivare dai piloti provenienti dalle derivate di serie dove la rappresentanza italiana è molto nutrita sia in Superbike, ma soprattutto in Superstock, classe che leggendo la lista degli iscritti e la classifica finale ricorda la 125 degli anni d’oro. Non è un caso se Petrucci arriva proprio da questa categoria e anche Pirro, vincitore dell’ultimo GP di Valencia in Moto2, dopo aver iniziato la carriera con le piccole 2 tempi, ha corso due stagioni in Supersport prima di tornare nel motomondiale.

I tempi cambiano, non solo quelli dei propulsori, nei prossimi anni scopriremo se chi si occupa del nostro sport sarà riuscito a cambiare con loro per riportare in alto l’Italia delle due ruote.

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