Agostini: "Stoner? Come Hailwood"

Il 15 volte iridato fa il punto su Stoner, Rossi, la Ducati e la MotoGP odierna

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In occasione della 200 Miglia di Imola Revival, tenutasi lo scorso fine settimana, Giacomo Agostini è tornato a calcare l’asfalto dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” in sella alla Yamaha OW29 750 con la quale vinse la storica gara di durata nel 1974.


La Yamaha ha anche portato la sua creatura più recente, la M1 di Jorge Lorenzo, che Agostini ha guidato durante la parata conclusiva insieme ad altri due campioni e rivali storici: Phil Read e Steve Baker.


Tornare ad Imola è sempre una grande emozione – ha affermato – È un circuito dove bisognava tirar fuori gli attributi per vincere e qui ho dei bellissimi ricordi di gare internazionali di fronte a centomila persone. Poi è una bella occasione per rivedere alcune vecchie conoscenze, come Bonera, Read, Baker, Sarron, Korhonen e Lansivuori”.


Con tanti ex-rivali in pista, lo spirito di competizione potrebbe prendere il sopravvento. “Dentro c’è sempre la voglia di fare, ma alla mia età vorrebbe dire 'strafare' – ha scherzato Agostini – La verità è che non si diventa più bravi o più belli col passare degli anni. L’anno scorso, in Olanda, mi sono 'ingarellato' ma poi sono scivolato su una macchia d’olio e mi sono rotto due costole, quindi è giusto essere qui per fare festa tra amici”.


Campione indiscusso di un motociclismo romantico ormai estinto, Agostini segue comunque con attenzione i colleghi moderni. Quanto a successi – 227 vittorie in due – il paragone con Valentino Rossi sorge spontaneo.Un pò mi rivedo nel Valentino che vinceva a martello – ha detto – Ma abbiamo anche caratteristiche diverse. Lui dava grande spettacolo: aveva la forza di stare con l’avversario anche quando poteva andare via, quindi sapeva far divertire più degli altri. Io magari prendevo più margine, senza rischiare”.


Sul campionato in corso che vede invece un Rossi in crisi sulla Ducati, Agostini non fa drammi. “In questo sport, il successo dipende sempre dalla combinazione moto-pilota e purtroppo solo uno può arrivare primo – ha osservato – Ne è esempio la Honda, che nonostante le sue risorse non vinceva un mondiale da 5 anni. Vale è in difficoltà su una moto che però ha vinto in passato. Forse andrà meglio con la 1000".


Per "Ago", il motivo di tale difficoltà è una semplice idiosincrasia tra Rossi e la Rossa. "Lui è un pilota sensibile, che ha bisogno di trovare un feeling ottimale con la moto per vincere – ha analizzato – Stoner invece è un pilota più aggressivo e grezzo, senza mezze misure: in Ducati, lui andava forte o cadeva. Ma non penso che Valentino abbia smesso di essere bravo in moto. La Ducati segue le sue indicazioni, ma il progetto viene fatto dagli ingegneri. Il pilota può solo contribuire con la messa a punto. Semplicemente, lui ha bisogno di sentire la moto perfetta, Stoner no. Mi ricordano un pò me e Mike Hailwood. Lui era meno sensibile nel capire che la moto non era posto. Quando provavo la sua, mi sembrava un pezzo di ferro, ma lui era capace di andarci forte lo stesso”.


Le osservazioni del quindici volte iridato non hanno riguardato soltanto il biondo di Tavullia. “Ammiro l'aggressività e determinazione di Lorenzo e la costanza di Dovizioso – ha detto – Andrea cade poco ed è bravo nella messa a punto, gli manca solo qualcosa per raggiungere la vittoria. Forse prima della fine della stagione riesce a tirare una zampata”.

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