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Occhi sulla MotoGP: futuro a 20 GP

Le Case premono per il ritorno in Indonesia, ma Sentul non è omologato

MotoGP: Occhi sulla MotoGP: futuro a 20 GP

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Lentamente si va facendo strada l'idea che quest'anno il Gran Premio del Giappone non si farà e che la gara non sarà recuperata. Il governo nipponico, infatti, ha esteso l'area di evacuazione oltre il raggio di 20 Km imposto intorno alla centrale nucleare di Fukushima, includendo altre città nella "no-entry zone".

Com'è noto la centrale non è troppo distante da Motegi, almeno in termini di rischio di radioattività e nonostante la Dorna non faccia che ripetere che la decisione spetta alle autorità locali, non può non aver considerato, assieme all'Irta, che quasi nessuno nel paddock se la sente di correre un simile rischio.

Questo fatto è tanto più vero considerando che Carmelo Ezpeleta ha tentato, per il momento inutilmente, di trovare una sede alternativa al Gran Premio. Al momento, dopo aver soppesato anche l'ipotesi Istanbul, sembra che si potrebbe rimanere anche a 17 gare, anche perché a mugugnare sono solo le televisioni visto che il contratto con la FIM prevede un minimo di 13 Gran Premi appena.

Del resto non sarebbe la prima volta che il mondiale salta una gara: accadde anche nel 1998 quando a non essere disputato fu il Gran Premio di Rio. In quella occasione furono solo 14 i Gran Premi che dal quel momento in poi crebbero fino ad arrivare agli attuali 18. Una cifra destinata ad aumentare nel prossimo futuro, sembra, fino a 20. Già perché  Indy non vuole mollare la presa e Austin, in Texas, al di là dei dubbi causati dalla perdita del finanziamento di 25 milioni di dollari annui, negati dal senato dello stato, con un budget per la costruzione di 200 milioni, sembra una certezza.

La realtà, comunque, è che le Case sono fino ad un certo punto interessate agli USA, nonostante rappresenti un gran mercato.. Negli States, infatti, gli sport seguiti sono basketball, football, baseball e la serie Nascar. Anche la F.1 è poco più di una curiosità.

Dove Yamaha e Honda vogliono andare, meglio: tornare, è in Indonesia. Ci si è già corso, sul circuito di Sentul, a Jakarta, nel 1996 e 1997, ma da allora l'interesse per la MotoGP è cresciuto in modo esponenziale. E se Rossi vi ha già vinto un titolo, quello della 125, Lorenzo è una specie di eroe nazionale. Una ulteriore motivazione per la Dorna è il fatto che la Superbike, attraverso la Infront, ha già messo l'Indonesia nel mirino, come si legge in questa intervista esclusiva di Paolo Flammini pubblicata da GPOne.com.

Il problema di Sentul è che il circuito attualmente non dispone più dell'omologazione. E' vero che potrebbe essere messo a posto facilmente, ma la Yamaha, a cui si deve la parziale ristrutturazione di Laguna Seca, non può in questo momento accollarsi questo costo. Eppure una soluzione va trovata perché il mercato è lì, ancor più che in Cina, dove pure la MotoGP è stata, senza successo.

Vedremo da qui a fine anno molti degli attuali circuiti andare in fibrillazione perché se 18 è un buon numero di Gran Premi, 20 è il numero massimo...e se si dovesse tornare in Sud America, come da tempo suggerisce il Presidente venezuelano della FIM Vito Ippolito, qualche testa, pardon, circuito, cadrà. E difficilmente saranno quelli spagnoli.

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