C'e' chi dice noia. O e' nostalgia?

Rossi non vince, e molti non ci trovano piu' gusto


C'è chi sostiene sia un campionato noioso. Un debuttante (Ben Spies) ottiene la pole position, e non succede spesso. E non succede spesso nemmeno che la pole vada ad una moto clienti. La Honda, che negli anni passati viveva in palese sofferenza, ha rialzato la testa, e messo in pista una moto che possiede il più bel motore del lotto.. Dani Pedrosa, che di solito per imporsi si impone, ma senza mai riuscirci più di due volte in una stagione, è già a quota tre, e mancano ancora un bel po' di gare alla fine.  Jorge Lorenzo, dopo un paio d'anni nei quali ce l'ha messa tutta, sopportando di tutto (fratture, sorpassi brucianti, giudizi ingenerosi) ha conquistato il comando e procede verso il titolo ad un ritmo che, in altri anni, sarebbe stato quello di Valentino. Valentino, che ha inanellato la più lunga sequenza di partecipazioni consecutive, senza saltare un GP, nella storia del Motomondiale, è stato costretto da un infortunio ad alzare bandiera bianca e rinunciare a quattro gare. Gli italiani in pista sono quattro. In una occasione, se ne sono contati cinque: c'è di che, per i tifosi del nostro paese.

Eppure, rimane in molti l'impressione di un campionato noioso. Forse, perché non succede quello che ci aspettavamo: ossia, che anche quest'anno Valentino bastonasse tutti, come al solito. O, in subordine, che rientrando dopo quattro GP  ristabilisse immediatamente le gerarchie, a suon di sberle (sportive). Come quelle menate a suo tempo a Laguna Seca, oppure a Barcellona.

Il fatto che Rossi, tornando dopo un infortunio importante, non abbia messo tutti in riga, è segno di salute del campionato. Se con una gamba sola fosse riuscito a  controllare e soggiogare gli avversari, allora sì che avremmo vissuto in una noia  dove la differenza tra un pilota e tutto il resto della combriccola è tale da rendere impossibile  qualunque confronto. Invece, sta patendo anche lui, e l'ammissione di domenica (“per battere Lorenzo ci vuole pazienza e lavoro”) dipinge esattamente la situazione. C'è un nuovo campione, che merita la posizione che detiene, che ha lavorato duramente per raggiungerla.

Il punto è che noi (tutti: compresi quelli che storcevano il naso, quando vinceva a mani basse in campionati nei quali pareva non avere avversari)  siamo già orfani di quell'altro.  Di Valentino. Che ci manca. Ci manca la solita dose domenicale, il suo modo di fare le cose, di sottolinearle, di commentarle. Però, non è affatto un campionato più noioso di altri. Non è scoppiettante, ma se ne sono visti altri che lo sono stati anche meno.

Quanto al futuro immediato, a Misano ed ai GP che lo seguiranno, da tener presente ciò che Valentino ha affermato subito dopo la dichiarazione di cui sopra (per battere Lorenzo ci vuole pazienza e lavoro): “ed i miei, sanno lavorare” ha detto. “Ed io so guidare” ha aggiunto.

Riparliamone domenica prossima, al calar della sera.

 

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