Battaini, il collaudatore di Rossi

Il pilota bresciano, tester del Team Ducati potrebbe lavorare con Vale

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C’era una volta un pilota bresciano che si era distinto negli anni con la sua “duemmezzo” da GP. In una fredda mattina di ottobre, Franco (questo è il suo nome), ricevette la telefonata del suo amico Vitto, che gli chiedeva se aveva voglia di diventare – al posto suo – il collaudatore della Ducati Desmosedici MotoGP. Questa, molto in breve, è la fiaba di Franco Battaini, (38 anni proprio oggi, il 20 luglio!) che per un incredibile gioco di sponde si ritroverà presto ad essere... Il collaudatore ufficiale di Valentino Rossi!

Riservato, umile e molto preparato: queste sono le qualità che lo storico collaudatore Ducati Vittoriano Guareschi ha individuato in Franco Battaini (che di mestiere è anche un preparatore atletico), per candidarlo a suo “erede” al trono di collaudatore.

“Era l'11 ottobre 2009 – racconta Battaini - quando ho ricevuto la telefonata di Vittoriano Guareschi. All'inizio quasi non l'ho riconosciuto, perché non me l'aspettavo! Lui da collaudatore Ducati era stato promosso a Team Manager e mi ha chiesto se volevo sostituirlo. Mi ha fatto piacere, una bella gratifica!"

Perché ha scelto te?

"Bisognerebbe chiederlo a lui. Forse perché nella mia carriera sono stato un pilota corretto che ha sempre cercato la massima professionalità e una buona preparazione fisica, perché si fanno parecchi chilometri".

Qual è stata la prima volta che hai provato la Desmosedici?

"Giovedì 15 ottobre, me lo ricordo benissimo: al Mugello faceva freddo, ho fatto pochi “run”.

Dopo tre anni di R6 Cup salire su una GP9 dev’essere stato uno shock! ... O era già la GP10?

"Era già la GP10".

Quindi quella col motore screamer, non big bang?

"Sì era la screamer, quella più facile. A vederla capisci subito che è una moto da competizione, molto curata, molto bella, ma più che altro mi ha colpito la sensazione che mi ha dato quando l'ho guidata: tantissima potenza grazie anche ad un motore nuovo ma ben gestibile con l'elettronica che lavora bene".

Cosa ti ha colpito da subito?

Avendo vissuto l'esperienza con il “duemmezzo” dove sei più rigido che su una moto di serie, mi aspettavo l’assetto duro, ma una cosa mi ha colpito: correndo sui due dossi del rettilineo del Mugello con questa moto, se non li sai interpretare ti tocca togliere il gas. Altrimenti voli via.

Hai guardato i tuoi tempi?

No, i tempi non li ho guardati perché faceva freddo e ho fatto pochi giri, ho fatto attenzione alle Bridgestone perché mi avevano detto di farle entrare in temperatura prima di “tirare”. Solo che in gara non si può partire tranquilli, si deve partire subito forti, e questo mi aveva un po' destabilizzato...

Riguardo all’elettronica: si percepisce subito che la moto si comporta in maniera diversa da che non ce l’ha?

Come no! L'elettronica ti rende la vita più facile, una moto senza elettronica è molto diversa. Nella prima uscita di Jerez a novembre ho provato un “800 pieno”, cioè una Desmo priva di elettronica quindi senza tagli di potenza ed entri in curva con potenza piena; è molto impegnativa anche a livello fisico, io sono molto preparato fisicamente ma dopo tre giri facevo fatica, più che altro per la concentrazione.

Sei favorevole all'elettronica o credi che si sia arrivati ad un livello eccessivo?

Sono favorevole perché comunque la differenza in pista la fanno i piloti, ma con una moto più sicura. Tutti parlano con nostalgia della vecchia classe 500: da pilota oramai vecchio sono convinto che fosse una classe bellissima e unica, ma le 500 avevano 180 cavalli. Le 800 di adesso ne hanno 230-240, se si tornerà al 1000cc è impensabile guidare una moto senza elettronica perché si farebbero male in parecchi, al punto da rendere necessari piloti di riserva “in panchina”.

Tra l'altro ultimamente le riserve sono proprio i collaudatori...

(sorride) Mi piacerebbe sicuramente fare una wild card ma con i nostri piloti sani e in pista, una wild guadagnata sul campo grazie ai risultati fatti nei test. Sarebbe bello!

La prima Desmosedici che hai guidato era quella di Hayden o di Stoner?

Le moto del test team sono moto sulle quali lavoriamo noi tester, non sono le loro. Io collaudo le GP del test team poi sono i piloti ad occuparsi dei loro assetti personali.

Vittoriano cosa ti ha detto alla fine della giornata?

Lui era contento anche perché è stata solo una presa di contatto col test team. A Jerez invece, la seconda volta a novembre ho girato tre giorni e ci ho preso un po' la mano. Poi abbiamo fatto altri test a gennaio e a febbraio.

Il tuo referente è Vittoriano Guareschi o Filippo Preziosi?

Vittoriano fa ancora da bilancia: quello che io provo dev'essere approvato anche da lui; come referenti ho Filippo Preziosi e il mio ingegnere di pista Marco Palmerini.

Non solo collaudi: durante alcune gare di GP trasporti gli ospiti (come fa Randy Mamola) sulla Ducati biposto...

Lì non c'è elettronica, c'è solo una maniglia per il passeggero! Si tratta di far provare emozioni ai nostri ospiti attraverso una guida al 100% sicura. Gli lasci addosso tanta adrenalina, infatti rimangono a lungo con il sorriso: effetto endorfina.

Ecco che salta fuori il preparatore atletico!

Amo lo sport e mi sono specializzato nel fitness, lavoro molto in palestra come preparatore atletico e istruttore di nuoto.

Come vedi il tuo futuro?

Spero di poter andare avanti con Ducati ancora per tanto tempo, mi piace molto l'Azienda, l'ambiente e i ragazzi con cui lavoro sono fantastici.

Ok... Ma hai già realizzato che diventerai il collaudatore di Valentino Rossi?

(sorride) ... Non ne so nulla. Nel caso, bisognerà mettere a punto una moto molto competitiva, ma un grande contributo arriverà anche da lui e dalla sua grandissima esperienza, comunque se resterà Nicky Hayden sarò collaudatore anche di Nicky, perché sono un collaudatore Ducati, quindi di entrambi.

La tua vita in passato ha già incrociato quella di Valentino in più occasioni...

E’ vero:nel ‘93 ero under nella 125 Sport Production dove anche Valentino era un under e ci siamo incrociati nelle finali; poi nel ‘95 con l’Europeo 125 che seguiva tutto il mondiale: era bello, prima guardavamo i nostri miti correre e poi entravamo in pista noi! Nel ‘98 lui era al suo primo anno di “duemmezzo” con l'Aprilia nell'anno in cui ha vinto Capirossi con la spallata su Harada; nel ‘99 ho fatto una bella stagione e ho “dato fastidio” ad un po' di gente col 250 mentre Valentino ha vinto il titolo... Abbiamo fatto il podio a Barcellona: 1° Valentino, 2° Ukawa e 3° io, quella sera siamo andati a festeggiare insieme al Porto Olimpico, abbiamo mangiato e bevuto e ci siamo divertiti. Io arrivai ottavo, quell'anno, mancava solo Biaggi che era in 500 sennò c'eravamo tutti: Ukawa, Jacques, Capirossi, Valentino, Nakano, Waldmann... Una bella griglia!

 

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