Pernat: le Bridgestone non sono sicure

Il manager genovese accusa il gommista giapponese e pronostica Lorenzo campione

Pernat: le Bridgestone non sono sicure

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E' noto che il primo grande manager del motomondiale è stato Mosé, ma subito dopo è arrivato Carlo Pernat. Per questo abbiamo scelto una foto un po' datata, per ritrarlo. Con lui, a Monza, c'era nientemeno che Francois Battà, sì l'attuale team manager di Leon Haslam in Superbike.

Entrambi appaiono più giovani, com'è naturale, ma possiamo assicurarvi che dentro non sono cambiati.

Carlo Pernat, che ha il suo daffare per sbrogliare l'intricata matassa di Capirossi in Suzuki, a Silverstone non ha voluto mancare l'appuntamento con Gpone.com e ci ha regalato un breve intervento dopo il Gran Premio di Silverstone. Acuto come al solito.

“Se volevamo sapere come era psicologicamente messo Lorenzo, 8 secondi di distacco dagli altri sono la risposta. Un distacco abissale. Se qualcuno pensava che Jorge si potesse far sfuggire il mondiale, oggi sa come stanno le cose. La lotta sarà per il secondo posto. L'assenza di Valentino ha avvicinato tutti gli altri. Si vedranno delle belle lotte per il secondo posto alle quali parteciperanno anche piloti nuovi come Ben Spies. Sul primo circuito sconosciuto a tutti ha fatto vedere di essere da podio. Ed anche Simoncelli sta iniziando a crescere”.

Pernat ha puntato il dito anche contro la Bridgestone – uno dei suoi bersagli preferiti quando Loris era in Ducati – sottolineando i limiti di un monogomma troppo incentrato sul risparmio.

“C'è un problema gomme – ha spiegato il manager -  Bisogna cambiare regolamento, due mescole non bastano e non si possono più preparare le gomme due settimane prima senza sapere che tempo farà, come è accaduto a Le Mans ed in Inghilterra. Iniziano ad esserci troppe cadute e sta diventando pericoloso. Bisogna fare qualcosa, come minimo avere tre mescole ed un numero superiore di pneumatici. Anche perché se il monogomma viene interpretato in questo modo la sicurezza peggiora, ma peggiora anche lo spettacolo perché se vengono a mancare due tre piloti, su un numero già striminzito, si rischia il ridicolo, come è avvenuto a Silverstone con soli tredici piloti al traguardo”.

Ascoltate l'audio completo.

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