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Bridgestone e Dunlop colpevoli: aboliamo il monogomma

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Quello che è successo oggi a Phillip Island per quando riguarda le gomme è figlio di una situazione che è da attribuire principalmente al lavoro della Bridgestone. È ormai tempo che i piloti si lamentano dello scarso materiale e continuamente affermano che sia francamente impensabile correre con questa scelta minima di pneumatici in una categoria che è il massimo della teconologia esistente nel motociclismo di oggi. C’è troppa differenza fra gli pneumatici e le moto a scapito della sicurezza dei piloti e questo non va assolutamente bene. La decisione presa oggi del flag to flag tra il 12 ed il 14 giro usando la gomma posteriore uguale per tutti è figlia di una politica di business che non poteva permettere alle televisioni del mondo intero di non avere a disposizione un’ora di spettacolo per poter inserire gli spot pubblicitari che nel mondo intero valgono milioni di dollari. Quando si parte dal business e si costruisce intorno lo sport tutto diventa prettamente commerciale e lo sport puro va a farsi benedire. Benedetti i tempi passati quando si faceva il contrario e si fondava tutto quanto intorno allo sport ed il business era solo una conseguenza. Credo la Dorna debba usare il pugno duro nei confronti della Bridgestone ed esigere pneumatici in quantità maggiore e che diano totale sicurezza a chi rischia la vita a più di 300 km/h. Non parliamo poi della decisione, consigliata dalla Dunlop, di ridurre il Gran Premio della Moto2 a soli 13 giri creando un pericolo per i piloti che in partenza cercheranno di prendere le prime posizioni e qui nascerà il problema... Occorre darsi una svegliata o sarà meglio pensare di abolire il monogomma e tornare alla vecchia sana concorrenza fra i costruttori di pneumatici.

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