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Moto3, Antonelli: Ho vinto ma non penso al titolo

"In Argentina voglio riscattare la prestazione del 2015, soltanto a Jerez sarò al top della forma"

Antonelli: Ho vinto ma non penso al titolo

Inizio migliore proprio non poteva immaginarselo. Più forte della febbre e degli avversari, tanto da alzare il tricolore nella notte di Losail. La prima del Qatar ha incoronato Niccolò Antonelli, di nuovo sul gradino più alto del podio dopo quello ottenuto lo scorso ottobre in Giappone. Costretto ad accontentarsi della terza fila in qualifica, l’alfiere Honda ha tirato fuori gli artigli in gara precedendo di soli sette millesimi la KTM di Brad Binder.

Difficile fare meglio.

Direi proprio di Sì (sorride). Scherzi a parte sono entusiasta perché è stato un weekend in salita fin da subito. Purtroppo la febbre mi ha tolto la concentrazione, infatti in qualifica ho faticato. Il giorno della gara mi sentivo meglio fisicamente ed è arrivato il risultato che sognavo”.

Quanta consapevolezza ti regala questa vittoria?

Molta, perché avevo voglia di partire subito forte dopo le difficoltà del sabato. Ovviamente siamo ancora all’inizio del Campionato, è soltanto la prima gara, però il risultato offre tanta fiducia. Adesso bisogna voltare pagina ed essere subito pronti per l’Argentina”.

L’abbraccio con Pecco è stato il più bel gesto del weekend secondo Alessio Salucci.

Lo credo anch’io, è stata una sfida leale. Tra di noi c’è rivalità, però la sportività è alla base di ogni corsa, non deve mai mancare. Sono felice ci fosse anche lui sul podio a festeggiare perché se lo meritava”.

Questa vittoria rilancia le tue ambizioni. Credi di essere tra quelli che possono giocarsi il titolo?

A dir la verità non ci penso. La mia mente è concentrata a ogni singola gara, evitando altre distrazioni. Vogliamo compiere un passo alla volta, puntando a dare il massimo anche in Argentina, dove vogliamo confermarci”.

Lo scorso anno è stata una tappa sfortunata.

Purtroppo Navarro mi ha centrato nelle prime battute di gara. Questa volta spero vada diversamente e penso che i valori visti in Qatar verranno rispecchiati nuovamente”.

Come stai fisicamente?

Non sono ancora al top della forma. Rio Hondo è comunque uno di quei circuiti in cui non dovrei faticare più di tanto, dato che ci sono diversi rettilinei. Ad Austin ci sarà invece da stringere i denti. Credo che per essere al 100% dovrò aspettare la gara di Jerez”.

Quanto sei cambiato rispetto allo scorso anno?

Uno step importante nel mio percorso di crescita è avvenuto alla fine della stagione 2014. Penso di aver compiuto qualche passo avanti ed essere diventato costante come pilota, riuscendo addirittura a vincere due gare nella passata stagione. Quest’anno la moto è competitiva, ci sarà ancora da sviluppare, però il punto di partenza è buono. L’unico fastidio è la clavicola.

Che idea ti sei fatto del botta e risposta tra Fenati e Bulega?

Loro sono due piloti forti e dispiace sia accaduto questo scontro. Personalmente non mi interessa, spero comunque riescano a stringersi la mano e lasciarsi alle spalle quello che è successo”.

Ce lo racconti quell’ultimo giro?

Devo dire che è stata una gara tirata. Nella prima parte mi sentivo molto bene in moto, poi c’è stato quel lungo che mi ha fatto perdere terreno, costringendomi a recuperare. All’ultimo giro sapevo di non dover stare davanti perché mi avrebbero poi fregato con la scia, ho quindi aspettato, preparando al meglio l’ultima curva e rimanere all’esterno. Alla fine sono riuscito a vincere (sorride)”.

Questo è il tuo quinto anno in Moto3. Ci pensi ogni tanto al salto di categoria?

È ancora presto, se ne parlerà più avanti del mercato. Se i risultati del 2016 dimostreranno che sono pronto per la Moto 2 perché no?

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