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MotoGP, Misano: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La fortuna assiste Rossi, Lorenzo stecca e Marquez gode. L'Italia festeggia con Bastianini e Antonelli


L’unico punto in comune fra la campagna inglese di Silverstone e la riviera romagnola di Misano è la pioggia che cade giusto in tempo per la gara della MotoGP. Quelle gocce che sembrano essere arrivate un’altra volta per dare una mano a Rossi e rovinare i piani di Lorenzo. Andrà così, in un GP dove i  cambi di moto raggiungono vette da Formula 1 e gli errori non risparmiano quasi nessuno.

Marquez e il suo team diventano strateghi perfetti, gli inglesi Smith e Radding si esaltano (e rischiano), c’è gloria anche per Baz. Valentino non vuole sbagliare e ci riesce, Lorenzo gli regala 11 punti che valgono oro. Ducati e Pedrosa? Meglio stendere un velo pietoso.

Qualche ora prima invece c’era il sole e Bastianini e Antonelli hanno fatto impazzire i 90mila arrivati a Misano. Largo ai giovani.

Enea BastianiniIL BELLO – La prima volta non si scorda mai, quando poi è a due passi da casa ti puoi anche permettere una colorazione spray ai capelli. Per Enea Bastianini la vittoria prima di Misano era come Godot, più volte annunciata e mai arrivata. Domenica ha scoperto di non essere in una rappresentazione di Beckett e ora la “recuperation”, come l’ha definita nel suo divertente inglese maccheronico, forse non è solo una chimera.

La Bestia non è stata l’unica nota positiva della Moto3: Antonelli è salito sul podio per la terza volta consecutiva, Fenati lo ha sfiorato, Bagnaia è arrivato 8° e Dalla Porta 11°, a punti anche Migno e, per la prima volta, Manzi. Non sarà l’ultima volta che parleremo di loro.

IL BRUTTO –  Sulla sua pista test, Ducati è sembrata una scolaretta alla prima uscita, timida e impacciata. Solo Michele Pirro ha ben figurato, prima di vedersi negata la sua possibilità di ben figurare in gara da un inconveniente tecnico. Iannone e Dovizioso sono sempre rimasti ai margini dello spettacolo, dove sono finite quella moto e quei piloti che sembravano potere andare a podio ogni domenica?

IL CATTIVO – Sulle tabelle di segnalazione si scrivono informazioni che i piloti dovrebbero leggere e seguire. A Misano sarebbero state più utili come tavolo per giocare a carte, visto che i piloti le hanno bellamente ignorate. Il motociclismo è uno sport individuale, ma bisogna sapersi fidare della propria squadra. Come ha fatto Marquez.

LA DELUSIONE – Sembrava potesse essere l’ago della bilancia nel Mondiale, invece avrebbe bisogno di quello della bussola per ritrovarsi. Dani Pedrosa non ne ha azzeccata una a Misano, pur essendo uno dei piloti con meno da perdere. La sua Honda ufficiale non se la sta meritando.

L’ERRORE – Ritardare il rientro controllando Rossi è un peccato veniale, sdraiarsi a pochi giri dalla fine un errore madornale. Jorge Lorenzo si è preso le sue colpe ma i punti persi non glieli restituisce nessuno. Ora la strada è sempre più in salita ma il maiorchino ha gambe forti.

Valentino RossiLA CONFERMA  – C’è una qualità che un campione deve avere e che non può allenare:  la fortuna. Nel peggiore fine settimana dell’anno capitato a pochi passi da casa, Valentino Rossi ha potuto contare su un’alleata invisibile ma fondamentale. Ha sbagliato strategia, è rimasto per la prima volta fuori dal podio e ha comunque allungato il vantaggio su Lorenzo. Audace o no, la dea bendata l’ha aiutato.

LA SORPRESA – A scommettere su un podio del genere (Marquez escluso) si sarebbe diventati milionari. Smith ha fatto ricorso al suo DNA britannico per fare acrobazie con le slick sul bagnato, Redding ha saputo trasformare una caduta in un colpo di fortuna, Baz ha dimostrato che si può parlare di lui non solo per la sua altezza. Tre storie diverse, ma una grande domenica.

IL SORPASSO – Scegliamo quello di Bastianini su Oliveira all’ingresso del velocissimo curvone. Enea l’ha studiato durante la gara e la realizzazione è stata impeccabile. Così si fa.

Danilo Petrucci e Yonny Hernandez pizzaioliLA CURIOSITA’ – Dietro all’hospitality Pramac spuntavano due camini e sotto di loro c’erano due forni a legna che in quattro giorni hanno sfornato più di 1000 pizze. Petrucci ed Hernandez hanno cercato di competere con i pizzaioli della trattoria da Cicciotto di Marechiaro ma a cuocere e impastare i più veloci sono stati loro.

IO L’AVEVO DETTO – Jorge Lorenzo nella conferenza stampa del sabato: “sembra che domenica non dovremo preoccuparci del meteo”. Appunto, sembrava…

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