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MotoGP, Melandri, lo sfogo dopo il doppiaggio

Grido d’aiuto sui social. Le statistiche del ravennate con Aprilia dopo cinque gare


“Mi sento un principiante” e “devo cambiare mentalità, pensare come un collaudatore”, aveva detto Marco Melandri alla vigilia del campionato 2015. Due frasi emblematiche che, per quanto dirette, non potevano però presagire le difficoltà che “Macio” si è trovato ad affrontare in MotoGP con la nuova RS-GP di Aprilia. Il ravennate, che ha accettato (forse senza troppa convinzione) la sfida nel motomondiale quando pareva che a Noale il progetto SBK fosse arrivato alla fine, si trova a navigare in acque tempestose. Tanto tuonò che piovve e, dopo l’onta del doppiaggio subito a Le Mans, il 33enne si è sfogato sui social network.

Momento difficile che purtroppo senza il volere di certe persone non posso cambiare. A volte il buon senso avrebbe più potere dei soldi”, ha scritto. Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione.

Molto probabilmente, Melandri sta vivendo il momento più difficile della sua carriera. Nel 2008, annus horribilis con la Ducati, chiuse comunque la stagione con 51 punti prima di rescindere di comune accordo il contratto con un anno d’anticipo. Allora, come compagno di box, aveva però Casey Stoner, capace di interpretare e portare al limite la Desmosedici come nessuno prima e dopo di lui, che vinse sei gare e fece 229 punti in più. Ora il confronto è con Bautista. Per quanto i risultati diano ragione allo spagnolo, la posta in gioco è senza dubbio più bassa.

Guardiamo ai numeri: nelle cinque gare fin qui disputate, Melandri deve ancora raccogliere i primi punti iridati. Bautista, per contro, ne ha tre (quindicesimo in Texas, Spagna e Francia). Il distacco medio a fine gara è di 1 minuto e 17 secondi nel caso del ravennate (una media che si alza a 1’31 contando l’ultimo passaggio prima del doppiaggio subito a Le Mans), e di 56.2 secondi per lo spagnolo. De Angelis, che corre con la ART, non ha comunque vita più facile, con 1 minuto e 18 secondi di ritardo medio al traguardo.

A parte questo, fonti vicine a Melandri hanno sottolineato come, a demoralizzarlo, siano soprattutto le posizioni per i quali si lotta. Il 33 è arrivato ultimo in Qatar (a parte Baz, rientrato dopo lunga sosta ai box), si è ritirato in Texas, per poi chiudere terzultimo in Argentina (davanti a Abraham e De Angelis) e 19º a Jerez (davanti a Miller, De Angelis e Di Meglio). In Francia, il doppiaggio ha rappresentato la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso.

La sfida lanciata da Aprilia si prospettava chiaramente ardua, ma probabilmente ha ecceduto (in negativo) le aspettative di colui che, nella seconda metà della scorsa stagione, ha raccolto sei vittorie e due podi in SBK. Da tempo il nome di Melandri echeggia nel paddock delle derivate (dove si è presentato ad Imola), legato al nome di Yamaha. In ogni caso, prima bisogna portare a termine la stagione in corso che, di questo passo, rischia di trasformarsi in un calvario, per tutte le parti coinvolte.


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