Test Sepang: il Bello, il Brutto e il Cattivo

L'Armada spagnola all'attacco, i dubbi di Rossi, il sorriso del Dovi


La moto sono di nuovo nelle casse, ritorneranno in Malesia fra qualche mese, quando ormai il campionato sarà allo sprint finale. Dalla gira Kuala Lumpur in tanti tornano a casa con il sorriso, soprattutto quelli che hanno preso un aereo per la Spagna. I piloti iberici lo scorso anno hanno monopolizzato per la prima volta nella storia del motomondiale il podio della classe regina a Motegi, probabilmente quest’anno succederà spesso. Vorrebbe impedirglielo Rossi, alle prese con sfortune assortite e a cui manca ancora qualcosa per rompere le uova nel paniere iberico. Sorrisi in Ducati, non si sono avvicinati al podio ma il lavoro funziona ed è già una bella notizia.

IL BELLO – Vicini, attaccati, uno l’ombra dell’altro, in attesa di trovarsi faccia a faccia quando le posizioni diventeranno punti in classifica. Lorenzo e Pedrosa hanno messo in scena la miglior prova generale per un campionato incerto. Dani è arrivato davanti all’avversario 5 volte su 6, Jorge ha segnato il giro più veloce nella seconda tre giorni e ha fatto vedere un passo “che fa paura” per usare le parole del suo compagno di box. Il pilota della Honda una simulazione di gara non l’ha neppure fatta ed è difficile capire quanto abbia veramente spinto. Chi cercava certezze ne ha trovate due e non sono le sole.

Aleix EspargaroIL BRUTTO – Il giudizio è puramente estetico, ma l’abbinamento di colori che ha sfoggiato Aleix Espargaro può essere dovuto solo al daltonismo. Critiche cromatiche a parte, le ART si sono confermate ancora le migliori (e forse le meno) CRT. Lo spagnolo è stato spesso il migliore ‘degli altri’ prima dell’affondo dell’altra metà del team Aspar. Bravi a entrambi, ma purtroppo conta poco. I semi-prototipi, anche con una gomma dedicata, sembrano destinati a ripetere la situazione dello scorso anno e senza più un Barbera o un Abraham da mettere dietro. Forse le cose cambieranno nel 2014 con qualche litro di benzina in più nel serbatoio, ammesso che esistano ancora.

IL CATTIVO – Sfugge sempre di più il motivo per cui si vada a Sepang per i test invernali. Moto2 e Moto3 hanno girato solo qualche giorno prima a Valencia trovando più o meno la stessa pioggia che è caduta a Valencia. Tre giorni come quelli appena conclusi costano qualche centinaio di migliaia di euro a team e in tempi da vacche magre (a essere gentili) forse sarebbe meglio rinunciare all’esoticità per puntare sul concreto. Pure la Formula 1 gira in Spagna, perché la MotoGP non può?

DELUSIONE – Dopo il primo test pensavamo che qualcuno ce l’avrebbe fatta ad abbassarlo e invece il 1’59”607 ricamato da Casey Stoner sull’asfalto di Sepang un anno fa è rimasto lì a futura memoria. Manca un po’ quel folle australiano che piazzava dei tempi tanto inutili in un test quanto entusiasmanti. Ma con lui ormai diventato automobilista, che bisogna c’era di tentare di batterlo.

Andrea Dovizioso e Michele PirroLA SORPRESA – Nessuno si aspettava nulla dalla Ducati, impegnata a fare chiarezza sul proprio passato prima di guardare al futuro. Andrea Dovizioso però senza dare nell’occhio, come suo stile, ha portato la D16 a un secondo e poco più dal primo tempo nell’ultimo giorno. Né più né meno di quanto fatto da Rossi dodici mesi or sono. La bella notizia è che in quel box si sta lavorando bene, la cattiva che meglio di così non si può fare. Il morale è però importante e sulla moto nuova è meglio lavorare col sorriso che col broncio.

Valentino RossiIL SORPASSO – E’ quello che Valentino Rossi non sa se potrà portare a termine sull’Armada spagnola. Negli ultimi tre giorni, il Dottore si è trasformato in ragioniere – il Fantozzi Ugo – e spera che la iella di spiesiana memoria non sia rimasta attaccata alla M1. Che fosse vicino ai primi era prevedibile, ma sono gli ultimi decimi quelli più difficili da togliere. Austin e Jerez gli daranno qualche elemento in più per fare chiarezza, ma sarà solo il Qatar a dare la risposta definitiva, perché è solo in gara che il pesarese mette in mostra tutte le carte.

L’ERRORE – Nessuno nasce imparato e Marc Marquez ha collezionato tre cadute negli ultimi due giorni. Poco male, le tute erano già rovinate sui gomiti e la HRC non ha problemi di budget per sostituire le carene. Sbagliando si impara e lui lo fa in fretta.

Marc MarquezCONFERMA – La domanda non è ‘dove arriverà?’ ma ‘quanto ci mettera?’. Marc Marquez si merita la doppia menzione perché scendere in pista all’ultimo momento, fare due giri e piazzarsi a 81 millesimi da Pedrosa a Sepang non è la norma per un debuttante. Lo spagnolino sembra giocare con la sua RC213V, ma a divertirsi è solo lui, gli altri osservano preoccupati fra un complimento e l’altro a denti stretti.

LA CURIOSITA’ – Diamo i numeri: lo Stachanov di Sepang è stato Nicky Hayden che con la sua Ducati ha fatto 348 giri, come dire 17 GP abbondanti in 6 giorni, e meno male che è anche piovuto. Il più ‘pigro’ è stato invece Ben Spies, con 142 giri, che però ha perso dei giorni per il dolore alla spalla.

IO L’AVEVO DETTO – Jorge Lorenzo assicurava: “la M1 non è migliorata molto, solo un po’ nel telaio”. Il miglior tempo negli ultimi tre giorni, un ritmo da schiacciasassi sono stati i risultati. A Iwata gli ingegneri hanno preso ferie.

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