Dovi: siamo arrivati al limite della D16

"Vado via dalla Malesia contento ma non basta, l'obiettivo è tornare davanti"


La Ducati è stata la vera sorpresa di questi tre giorni di test a Sepang appena conclusi. Nessuno si aspettava miracoli dalla Desmosedici su una pista a lei indigesta e senza novità di rilievo che potessero modificarne il comportamento. Eppure Andrea Dovizioso ha dimezzato il suo svantaggio dalla testa della classifica rispetto ai primi test malesi. Due settimane fa aveva terminato a 2”177, oggi a 1”088. Questo non vuol dire che la missione sia compiuta o che i miglioramenti siano stati tali da uscire dalla crisi, e il primo a esserne consapevole è proprio il forlivese. “Dopo questo test la nostra situazione non cambia molto – sottolinea - ma abbiamo avuto la conferma che lavorando si può migliorare anche questa moto, che è esattamente quella con cui ho iniziato. Però non basta, non siamo qui per fare solo dei buoni risultati ma per tornare davanti e siamo ancora lontani”.

Il pragmatismo del Dovi gli consente di analizzare la situazione con estrema lucidità e a vedere anche il “lato negativo” di questi progressi. “Significa che abbiamo lavorato molto bene e che siamo riusciti arrivare abbastanza a limite delle regolazioni permesse da questa moto – dice - Forse si poteva limare ancora qualche decimo sul giro secco, ma a livello di passo non ci si può inventare nulla di più. Il limite è nella velocità di percorrenza e quindi anche modificando le linee e forzando in frenata non riesci ad abbassare più di tanto i tempi e soprattutto non puoi essere costante”.

Andrea DoviziosoInutile farsi illusioni, la Desmosedici deve cambiare ma avere sfruttato al meglio questi giorni di prove può fare guardare con un pacato ottimismo al futuro. Anche perché le premesse erano state tutt’altro che incoraggianti: “mi avevano detto che la moto in Malesia aveva più problemi – ricorda il Dovi - Non avevo potuto provarla a fondo in altre piste ma quando sono arrivato per il primo test, facendo un confronto con quei pochi giri che avevo fatto a Valencia, un po’ mi aveva destabilizzato”. Invece le cose sono lentamente migliorate e il neo-ducatista non può nascondere la sua soddisfazione. “Abbiamo lavorato bene in questi tre giorni e sono molto contento – afferma - perché anche senza avere del materiale nuovo siamo riusciti a migliorare la mia confidenza e la frenata e l’inserimento della moto. Siamo riusciti a fare dei buoni tempi, non bisogna guardare il riferimento in assoluto, so che il mio 2’01”650 non è stratosferico, ma è molto veloce se rapportato alle condizioni di oggi della pista e alla nostra situazione. Prendere un solo secondo non è male”.

Oggi Andrea ha anche provato la D16 evoluzione, quella usata da Pirro, che differisce per telaio e anche per la posizione degli scarichi. “L’ergonomia e l’erogazione della moto non erano esattamente come la mia – racconta - quindi non trovavo e non sono riuscito a fare buoni tempi con quella, però dai dati si vede che in alcune curve posso entrare più forte, mentre in altre perdo”. Tutti dati importanti che serviranno agli ingegneri bolognesi per disegnare la nuova moto. “Tutto il lavoro che abbiamo fatto ieri, con le prove di setup, e oggi, con la moto di Pirro, ci ha dato tantissime informazioni su cosa lavorare – continua Dovizioso - Riuscire ad arrivare alla fine di questi test con delle idee su cosa fare è importante. Siamo stati molto bravi a fare le pulci a ogni particolare”.

Su come sarà la vera GP13 però non si sbilanci “È tutto in evoluzione e stiamo spingendo il più forte possibile per avere il materiale il prima possibile – dice - Ho dato tante indicazioni, adesso bisogna analizzare questa mole di dati e poi si valuterà”. Per il futuro bisogna aspettare, ma nel presente comunque si promuove: “vado via dalla Malesia contento”.

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