Dovi: Ducati? Non la belva che pensavo

Dopo il primo giorno di test: "sul bagnato sono stato più veloce che con la M1"


Andrea Dovizioso inizia con una battuta il suo primo incontro con la stampa da ducatista: “tanti giornalisti venuti per parlare con me non li ho visti neanche mettendo insieme tutta la stagione”. L’attesa per il debutto del forlivese era grande e il Dovi non si è risparmiato né in pista, chiudendo 41 giri, né davanti ai microfoni. La classifica finale lo mette al terzo posto, ma i tempi oggi non valgono molto, di più il sorriso che ha stampato sul volto. “Era importante iniziare bene e ce l’abbiamo fatta, sul bagnato mi sono subito trovato bene e sono contento del mio tempo finale, è migliore rispetto a quelli che ho fatto nel weekend di gara – dice – Anche Hayden, che questo fine settimana è andato forte sull’acqua, non è lontano”.

E’ stato il tuo miglior primo giorno su una nuova moto?

E’ difficile fare confronti, oggi non hanno girato molti piloti ed è stato un test con l’asfalto bagnato. Era importante iniziare subito e incominciare a fare chilometri. Io sono uno che tiene i piedi per terra, non è ancora il momento di sbilanciarsi anche se oggi sono stato veloce. Non ho fatto nessun record, rimaniamo calmi”.

Te la aspettavi diversa la Desmosedici?

Un po’ sì, credevo che fosse una belva impazzita (ride). Anche dall’esterno la Ducati sembrava una moto veloce sull’acqua e oggi ne ho avuto la conferma. Però servirà l’asciutto per conoscere meglio questa moto, è quando spingi che i problemi vengono fuori”.

Quali sono le differenze più grandi che hai trovato?

E’ troppo presto è per dirlo, non ho fatto abbastanza giri, e per di più sull’acqua, per parlare di dettagli o fare confronti. Con queste condizioni non riesci a definire neppure la posizione in sella, sull’asfalto c’erano 10°, era difficile anche mandare in temperatura le gomme. Sarà importante provare sull’asciutto per capire meglio, domani le previsioni non sono clementi, spero nel sole per i test a Jerez a fine mese per incominciare a lavorare”.

Senti la pressione per avere preso il posto di Rossi?

La pressione c’è quando sei in un team ufficiale, non importa quale. Però per adesso non me la stanno trasmettendo, lavoriamo con tranquillità”.

A proposito di squadra, come ti trovi coi nuovi tecnici?

Molto bene, il fatto che siano italiani aiuta. Non c’è il limite della lingua, che con i giapponesi nelle ultime stagioni a volte rendeva difficile esprimere le proprie sensazioni con esattezza. L’approccio è stato buono con loro come con la moto”.

 

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