Flammini: Rossi? Presto sarà con noi

Maurizio a Riders: "se non verrà in SBK, lo farà con le quattro ruote"

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MotoGP e Superbike, due campionati fratelli che non si amano e anzi si guardano in cagnesco l’uno con l’altro. Da una parte il glamour dei prototipi, dall’altro la passione di una competizione più ruspante e romantica con moto derivate dalla serie. Valentino Rossi contro Max Biaggi, la storia contro la new entry, ce ne abbastanza per fomentare le discussioni degli appassionati per anni. Se il motomondiale ha sangue spagnolo, organizzato dalla Dorna di Carmelo Ezpeleta, le derivate di serie sono un affare tutto italiano, con alle redini i due fratelli Flammini, Maurizio e Paolo. Il mensile Riders in edicola dedica a loro una lunga intervista ed è impossibile non parlare del Dottore, la gallina dalle uova d’oro che tutti vorrebbero fra le loro fila. “Non so se Rossi farà la Superbike, ma sono convinto che presto lo avremo nella nostra famiglia, nel nostro campionato dedicato alle auto” afferma Maurizio, che ben conosce la passione di Valentino per le quattro ruote.

La MotoGP vuole fare il verso alla Formula Uno ma senza Rossi non sarebbe andata da nessuna parte. La Superbike invece non ha copiato nessuno, anzi sono le auto che ci copiano: la Flammini Racing da qualche anno organizza Superstars, un campionato di auto da turismo che ha sulla griglia cinque ex piloti di Formula Uno e nove marche. C’è il paddock aperto, tanto spettacolo e molto pubblico” sottolinea Flammini, che ha portato nelle due ruote una formula ispirata alle competizioni americane, dove piloti e pubblico non hanno barriere divisorie a separarli. Scippare il pilota di Tavullia ai prototipi sarebbe senz’altro un colpo vincente, e anche una specie di vendetta a chi portato le derivate di serie in MotoGP celate sotto la sigla CRT. Anche se da questo punto di vista Paolo Flammini non cede a facili polemiche. “La MotoGP è libera, non è possibile incanalarla verso la serie – spiega - Se introducono una moto di serie, dopo dieci giorni i tecnici la stravolgono. Chi ci corre ogni giorno fa una modifica. Ho parlato con un preparatore che corre in CRT con un motore Superbike che non ha il cambio estraibile e lo stanno modificando. A fine anno avrà poco o nulla in comune con lo stesso motore Superbike. Saranno due Mondiali sempre diversi, è nella loro natura”.

Maurizio Flammini con Max BiaggiIntanto la SBK può vantare in pista la presenza di uno dei piloti più amati e controversi della storia delle due ruote, quel Max Biaggi che con Valentino si scontrò più volte in pista e fuori, creando una rivalità capace di dividere in due schieramenti i tifosi del motociclismo. Averlo fra le derivate di serie non è stato facile. “Per convincerlo a venire ci abbiamo messo i soldi – ricorda Maurizio - È un perfezionista, su ogni singolo dettaglio che devi discutere con lui passi mezzora al telefono. Gli vogliamo bene. Speriamo che sia soddisfatto della sua carriera, la sta chiudendo alla grande”. Paolo invece ricorda il primo incontro con il campione romano: “la prima impressione fu terribile. L’ho incontrato tante volte fuori dalla pista, è una persona completamente diversa, amabile, intelligentissima. Quando veste i panni del pilota, è un macello”.

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