Stoner: così guido di traverso

"Chiunque può far 'derapare' una moto, il difficile è farlo per andare più forte"


Personaggio controverso e complesso, Casey Stoner ha un approccio alle corse peculiare. In pista, questo si traduce in uno stile senza compromessi, che lo vede spesso e volentieri affrontare le curve 'di traverso', apparentemente in precario equilibrio tra estasi e catastrofe. Come però accade nei migliori esempi di jazz, l'improvvisazione esteriore nasce da un calcolo consapevole.

"Normalmente, la moto scivola perché lo fai apposta, consciamente – ha detto il campione in carica MotoGP in un'intervista di David Emmett su MotoMattersNon affronti una curva e cominci casualmente a scivolare. Ma funziona solo in certe curve e su certi circuiti. E anche quando funziona può spaventarti. Basta fare un piccolo errore, e le conseguenze possono essere disastrose. Il cuore batte forte quando scivoli involontariamente".

L'uso di questa tecnica gli è costato alcune rovinose cadute, e l'australiano ha affinato suo stile negli anni, sviluppando una fiducia nei propri mezzi che si accosta in egual misura a carisma e arroganza.

"La chiave è la fiducia, affrontare la curva in piena consapevolezza di quello che il pilota e la moto stanno facendo, ed essere pronti ad affrontare l'ingresso in curva in maniera ancora più aggressiva o dare più gas per far perdere aderenza al posteriore".

Per i nostalgici del motociclismo, lo stile di Stoner è una delizia estetica. Ma l'australiano, rispetto ad altri 'drifters' prima di lui (basti pensare al connazionale Garry McCoy), massimizza le potenzialità di questa tecnica per ottenere un vantaggio rispetto agli avversari.

"Non ci sono molti piloti in grado di fare scivolare la moto per essere più veloci. Chiunque può 'intraversare' una moto, ma farlo per andare più forte è qualcosa di più complesso, perché bisogna minimizzare il pattinamento".

Come nel jazz ogni concerto fa storia a sé, così Stoner varia le espressioni di questa tecnica ad ogni curva.

"In ogni curva devi scivolare in modo unico, diverso dalle altre. A volte devi buttarti, caricando molto l'anteriore, e mollare il gas per aiutare la moto a curvare, allora il posteriore girerà più facilmente perché avrà meno peso. Altre volte devi entrare in curva e fargli perdere aderenza a poco a a poco, perché se lo fai troppo in fretta rischi di essere disarcionato".

La riuscita di una approccio così complicato è determinata da una miriade di fattori, ma è alimentata soprattutto da una dedizione che non ammette indugi.

"Ci vuole coraggio. Per esempio, la curva 3 di Valencia gira a sinistra ma è seguita da una controcurva a destra. Affrontandola scivolando riesco a tenere una traiettoria più stretta rispetto agli altri piloti, mantenendo velocità e piazzandomi già dove devo essere per affrontare la curva successiva. Devi entrare in curva in modo molto aggressivo, caricare l'anteriore e dare gas velocemente, ma non troppo in modo da non far scivolare il posteriore anzitempo. Se scivoli troppo, perdi velocità di percorrenza. Se non scivoli abbastanza, la ruota riprenderà aderenza, facendoti spingere sull'anteriore con grande rischio che ti si chiuda".

Visto il carattere spigoloso, sembra naturale che in pista Stoner viva l'ossimoro di un'improvvisazione calcolata, della quale rimane il migliore interprete.

 

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